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Detenuto appicca un incendio in cella e aggredisce gli agenti con calci e pugni

di Luciano Onnis
Detenuto appicca un incendio in cella e aggredisce gli agenti con calci e pugni

L’ennesimo episodio di violenza nel carcere di Uta: un poliziotto ferito al braccio dovrà subire un intervento chirurgico

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Uta Ancora un episodio di violenza nel carcere mandamentale di Uta, dove un detenuto ha deliberatamente appiccato un incendio nella propria cella, mettendo a rischio la propria vita e quella degli agenti intervenuti, alcuni dei quali intossicati dal fumo. Un altro è rimasto ferito a un braccio e ricoverato in ospedale con una prognosi di 30 giorni. Gli altri poliziotti sono stati dimessi dopo gli accertamenti sanitari.

Secondo quanto ricostruito dalla stessa polizia penitenziaria e reso noto dalla UIL Polizia Penitenziaria con il segretario regionale Michele Cireddu, un detenuto avrebbe dato fuoco agli arredi della camera detentiva, provocando un denso fumo che ha rapidamente ha invaso l'intera sezione. L’uomo si è poi barricato nel bagno, rendendo ancora più difficoltoso l’intervento degli agenti. Nonostante la situazione di estremo pericolo, gli agenti sono intervenuti con determinazione, riuscendo a sfondare la porta del bagno per mettere in salvo il detenuto. Quest'ultimo, inaspettatamente, ha reagito con violenza, colpendo gli agenti con calci e pugni.

Nella concitazione del momento, un agente è rimasto gravemente ferito, riportando la rottura del muscolo del braccio a causa della strenua resistenza opposta dal detenuto per non essere estratto dalla cella in fiamme. L'agente ferito è stato immediatamente trasportato in ospedale, dove i medici hanno riscontrato una prognosi di almeno 30 giorni e la possibile necessità di un intervento chirurgico per la ricostruzione dei legamenti. Altri 4 agenti intervenuti hanno subito conseguenze fisiche, con crisi respiratorie a causa dell'inalazione dei fumi tossici e le contusioni causate dai calci e pugni inferti dal detenuto. Anche loro sono stati trasportati in ospedale per accertamenti e cure.

«È inaccettabile che i nostri agenti debbano operare in contesti così pericolosi e con risorse umane e strumentali sempre più insufficienti – ha commentato Cireddu -. Questo ennesimo episodio di violenza evidenzia, ancora una volta, la necessità urgente di interventi concreti da parte del Governo e dell'Amministrazione penitenziaria per garantire la sicurezza degli operatori penitenziari e la funzionalità del sistema carcerario. Auspichiamo che si adottino misure adeguate per prevenire il ripetersi di simili episodi, garantendo la sicurezza e la dignità di chi lavora quotidianamente nelle prime linee delle sezioni detentive». 

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