Giardino Sonoro chiuso e opere impacchettate di nero, la protesta della figlia di Pinuccio Sciola
Polemica contro l’amministrazione comunale
San Sperate La protesta all’alba. E nel paese museo non poteva essere che una sommossa pacifica e artistica. Fatta di flebo ai murales dai colori spenti. E soprattutto con “l’impacchettamento” temporaneo del Monumento alla frutta. “Nero lutto” è il titolo della mobilitazione degli artisti di San San Sperate in concomitanza con la giornata di Monumenti aperti. In prima fila, insieme a tanti altri, Maria Sciola, figlia di Pinuccio Sciola, l’artista conosciuto in tutto il mondo per i suoi murales e per pietre che suonano.
Quest’anno la famiglia non ha messo a disposizione di Monumenti aperti il suo Giardino sonoro, il museo all’aperto che ogni anno incanta croceristi e troupe televisive da tutto il mondo.
«A oggi - spiega Maria Sciola - sono innumerevoli le proposte e i suggerimenti condivisi con l’amministrazione per evitare il degrado totalitario del paese di San Sperate. Le non risposte e l’incapacità di affrontare i problemi del decoro del paese, tenere gli spazi comunali chiusi, dal Museo del Crudo all’info Point, mi riempie di amarezza e mi pone nell’impossibilità di collaborare con l’amministrazione rendendo fruibile il Giardino Sonoro per Monumenti aperti».
Per gli artisti di San Sperate il paese museo è associato al “c’era una volta”. «Rattrista constatare come la grande utopia - si legge in in un foglio diffuso dagli organizzatori della manifestazione - uno dei primi atti di Arte Pubblica in Italia, attualmente abbia lasciato il passo solo alle nuove costruzioni speculative che invadono il paese, dimenticando o ancor peggio ignorando l’incredibile potenziale che San Sperate potrebbe ancora esprimere. “Rianimare” la vitalità artistica e culturale, riportando il paese ai lustri della sua fama, è un’impresa possibile semplicemente riprendendo dialogo e confronto tra comunità, amministrazione e realtà culturali».
Una volta era così: «Dal 1968 a San Sperate l'arte era di casa, era lì sotto gli occhi di tutti, nei muri delle case, in ogni via, piazza o vicolo. Era il paese dove era d'obbligo disegnare sui muri per veicolare un messaggio o esprimere il proprio estro creativo. E in questo paese Pinuccio Sciola ha fatto germogliare un’eredità collettiva. Ogni suo lavoro era un inno alla bellezza, una chiamata all’unione, un invito alla riflessione».
Ora? «Oggi quella realtà si affievolisce, l’arte è solo un ricordo e il futuro ha smesso di bussare. Gli eventi che animavano il paese come un cuore pulsante, non ci sono più e i murales sbiadiscono. Gli artisti, lasciati soli. Le idee, ignorate. E chi dovrebbe sostenere e proteggerlo, lo guarda svanire. Nessun sostegno, nessuna scintilla. La proposta: “Si richiedono considerazione e riconoscimento verso gli artisti del paese, vera linfa di rigenerazione, unite all’impegno nella ricerca di finanziamenti in grado di sostenere iniziative quali la riapertura degli spazi comunali attualmente chiusi, l’ideazione di manifestazioni a carattere ricreativo e culturale, recuperare tutti quegli eventi e le attività che animavano le strade del paese, dai murales appunto, alle cene di comunità che hanno rappresentato e rappresentano la radice autentica, nobile e profonda del nostro orgoglio sansperatino, ricostruendo quel legame storico tra arte e comunità, essenza stessa della nostra identità».