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Via (per sempre) gli antiestetici capillari

di Elisabetta Arrighi
Via (per sempre) gli antiestetici capillari

Quella rete di minuscole venuzze non sono solo un problema estetico, ma anche un disturbo circolatorio. Ecco come eliminarli, dopo l’estate. La parola al flebologo Stefano Ciatti

07 ottobre 2022
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Il problema (estetico) si presenta soprattutto in estate quando si indossa il costume e si va al mare. È allora che diventa visibile quella ‘rete’ di minuscole venuzze che spesso disegnano le cosce, l’area delle ginocchia e delle caviglie. Che cosa si può fare per farle scomparire? E soprattutto come si possono prevenire? Ne abbiamo parlato con il dottor Stefano Ciatti, flebologo a Siena, docente presso la Scuola Internazionale di Medicina Estetica di Roma.

Dottor Ciatti, quali sono le cause dei capillari o meglio delle teleangectasie? Sono più frequenti nelle donne oppure negli uomini?

“Colpiscono di più le donne (85%) degli uomini (15%) perché le persone di sesso femminile nel corso della loro vita risentono di varie tempeste ormonali. E proprio queste sono al secondo posto, dopo la familiarità. I capillari si formano quando all’interno di una vena varicosa, che può anche risultare non visibile, si va a formare una pressione che provoca una dilatazione della vena stessa e la formazione di piccoli vasi superficiali. I capillari, appunto. Tra i fattori che causano le teleangectasie vanno anche inseriti il peso, la mancanza di movimento, lo stare in piedi per molte ore e la postura. Faccio un esempio: il circolo venoso parte dalla pianta del piede, ma ci sono persone che possono avere l’alluce valgo o problemi di scoliosi. Per cui l’appoggio a terra non è ottimale ed è minore la spinta per il sistema venoso. Di conseguenza aumenta la pressione sulla gamba e i vasi possono dilatarsi”.

Poco fa ha parlato di familiarità. Può spiegare meglio questo concetto?

“Chi ha genitori o nonni con problemi di vene, può sviluppare le teleangectasie. Ci sono casi in cui i capillari si manifestano anche in ragazze di appena 14-15 anni. Quindi è necessario seguire sempre una buona prevenzione”.

Cosa bisogna fare?

“È necessario muoversi, cioè camminare, il più possibile. O comunque correre, andare in bicicletta, pedalare sulla cyclette, nuotare, fare ginnastica anche in acqua, praticare yoga. Poi attenzione al peso: non bisogna essere sovrappeso perché questo provoca problemi del ritorno venoso. Bisogna stare anche alla larga dalle fonti di calore e va sfatato un luogo comune: il sole si può prendere, ma è necessario bagnare le gambe, camminare in acqua, ed esporsi la mattina fino alle 11 e il pomeriggio dopo le 16.30, evitando le ore di grande caldo. In inverno è necessario stare lontani dal termosifone e dal caminetto, e stare attenti agli scaldasonno e alle coperte elettriche, che si possono sì usare, ma tenendo la temperatura bassa. Insomma, è necessario utilizzare il buonsenso”.

E veniamo alla domanda-chiave. I capillari si possono “cancellare”? E soprattutto come si può intervenire?

“Con la scleroterapia, ovvero con le iniezioni sclerosanti. La paziente o il paziente vengono sottoposti prima ad un esame doppler o ecocolordoppler per poter fare la diagnosi giusta. Quindi si interviene con le microiniezioni. Un trattamento di microchirurgia ambulatoriale che prevede l’utilizzo di un farmaco apposito. Il medico individua alcuni capillari ben precisi e va a iniettarlo al loro interno. La bravura del chirurgo è proprio quella di riuscire a colpire la venula nutrice. Il farmaco sclerosante determina una reazione infiammatoria la cui conseguenza è la trombizzazione e quindi la ‘cancellazione’ dei capillari oppure di una varice”.

Quante sedute occorrono per trattare le teleangectasie?

“Sono necessarie più sedute, anche perché non si può andare, nel corso della singola seduta, oltre un certo dosaggio della soluzione sclerosante. Il numero non è quantificabile in assoluto, ma è legato alla situazione del soggetto sottoposto a trattamento. Le sedute vengono poi effettuate a distanza di un paio di settimane l’una dall’altra”.

Qual è il periodo ottimale per fare il trattamento sclerosante?

“Quando non fa caldo, ovvero da fine settembre a giugno. In estate, proprio per le alte temperature, la vasodilatazione è più forte e quindi non si ottengono gli stessi tempi per il riassorbimento, che invece è ottimale nel periodo più freddo”.

Dopo una seduta, il paziente cosa deve fare?

“Intanto si torna immediatamente a camminare. Dopo il trattamento, applico piccoli tamponi nel punto dove è stata fatta la microiniezione, sia per comprimere che per motivi igienici. I cerottini si tolgono dopo 8/10 ore”.

I capillari possono ritornare?

“Quelli trattati non ritornano, perché vanno a morire e vengono riassorbiti dai tessuti. In soggetti predisposti, possono talvolta venirne altri nelle zone circostanti e anche questi possono naturalmente essere oggetto di trattamento sclerosante”.

Oltre al beneficio estetico, la terapia sclerosante ne induce altri?

“Fermo restando che il 90% delle persone che vengono da me vogliono intervenire per motivi estetici, è fondamentale dire che la scleroterapia nasce per migliorare il circolo. Nel capillare dilatato il sangue ristagna, quindi una volta che viene chiuso ci sono meno liquidi e tossine in giro. Migliora la circolazione e anche la qualità della pelle”.

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