La Nuova Sardegna

L’inchiesta

Giro di spaccio a Torre Annunziata: bimbo di 11 anni costretto a fare da corriere

Giro di spaccio a Torre Annunziata: bimbo di 11 anni costretto a fare da corriere

Indagate anche due donne per le quali è stato disposto il divieto di dimora nella provincia di Napoli, in quanto madri di bambini in tenera età

06 agosto 2022
2 MINUTI DI LETTURA





NAPOLI Una coppia di genitori di Torre Annunziata costringeva il figlio di 11 anni a spacciare cocaina. E se lui voleva andare a giocare gli dicevano che era un «bastardo» e un «infame». La storia la racconta oggi l’edizione napoletana di Repubblica e parte dalle intercettazioni di un’inchiesta dei carabinieri su una casa familiare diventata macchina di spaccio. Quando la conversazione viene captata è il 26 dicembre 2018. La sorella minorenne del ragazzino deve consegnare droga a domicilio. Ma riceve una telefonata del fidanzato detenuto e allora incarica il fratello promettendogli in cambio 10 euro. Lui prima rifiuta: «Mi scoccio». Poi accetta dopo le rimostranze dei genitori: «Che bastardo», dice lei. «Un infame», aggiunge lui.

Quattro delle diciotto persone finite nel mirino della procura di Torre Annunziata per aver allestito da anni un giro di droga nel popolare quartiere dei "Poverelli" ricevevano il reddito di cittadinanza. Saranno ora segnalate all'Inps per la revoca del beneficio, spiega il procuratore Nunzio Fragliasso.

Delle 18 misure cautelari, solo una non è stata eseguita: l'indagato è tuttora ricercato dai carabinieri. Per 16 degli indagati, 5 dei quali già detenuti per altra causa, sono stati disposti gli arresti in carcere, mentre per due indagate il divieto di dimora nella provincia di Napoli, in quanto madri di bambini piccoli.

Sono tutti accusati di detenzione e spaccio di cocaina, estorsione, detenzione e porto illegali di armi, per un totale di 60 capi di imputazione, dei quali 58 riguardanti la droga. L'indagine venne avviata alla fine del 2018 dopo il ferimento a colpi d'arma da fuoco di un uomo che stava acquistando droga nel popolare rione "Poverelli", nel centro storico di Torre Annunziata. Gli accertamenti dei carabinieri, attraverso intercettazioni e pedinamenti, hanno documentato un gran numero di cessioni di cocaina, anche da persone che erano agli arresti domiciliari, ad acquirenti provenienti da tutta la provincia di Napoli. A venderla, vari nuclei familiari, tutti residenti ai "Poverelli": famiglie che si avvalevano anche di ragazzi minorenni. Baby pusher che consegnavano la droga direttamente al domicilio dell'acquirente. Più spesso, però, erano i tossicodipendenti a recarsi dai fornitori, in appartamenti protetti da sofisticati - e naturalmente abusivi - sistemi di videosorveglianza. Molte le cautele adottate dagli spacciatori, che usavano un linguaggio criptico: parole come "ambasciata, caffè, toso, biscotto", oppure "pallini", per indicare le dosi. 

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative