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Divieto di fumo all’aperto, il governo vuole dare una stretta alla legge. Restrizioni anche sulle sigarette elettroniche

Divieto di fumo all’aperto, il governo vuole dare una stretta alla legge. Restrizioni anche sulle sigarette elettroniche

L’idea del ministro Schillaci è di introdurre la proibizione se ci sono bambini o donne incinte. Ed equiparazione tra sigarette tradizionali, e-cig e a tabacco riscaldato

18 gennaio 2023
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Vent' anni dopo è necessario dare una registrata alla legge Sirchia sul fumo. «Aggiornamento», lo ha definito il ministro alla Salute Orazio Schillaci ieri alla Camera, dove ha spiegato che vuole introdurre regole più stringenti e soprattutto equiparare in tutto e per tutto alle sigarette tradizionali quelle elettroniche e a tabacco riscaldato. Il punto di arrivo lo ha fissato il Piano europeo contro il cancro, dove si invitano i Paesi a lavorare perché nel 2040 fumi meno del 5% della popolazione e quindi si arrivi a una «generazione libera dal tabacco».

L'obiettivo è ambizioso perché oggi in Italia, secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità e del Mario Negri, 12,4 milioni di persone e cioè il 24% degli over 14 è un fumatore: un italiano su quattro. Mentre il 2,4% usa le e-cig e il 3,3% i prodotti a tabacco riscaldato. Percentuali tutte in aumento, ancor più dopo il Covid.

Le proposte di Schillaci La stretta che il ministro intanto intende dare parte dall'estensione del divieto di fumo in altri luoghi all'aperto (oltre, ad esempio, all'esterno degli ospedali o nei cortili delle scuole che sono già no smoking): quelli dove ci sono minori o donne in gravidanza. Se arriverà in fondo, e si capirà quando verrà presentata la nuova legge, si potrebbe imporre dunque un divieto anche in alcuni parchi accanto ai giochi per bambini, come già avviene in alcune città come Verona. Altra idea è quella di eliminare le zone fumatori al chiuso nei locali pubblici per quei ristoranti, pub o bar che dopo la legge Sirchia hanno investito nella realizzazione di salette per i clienti che non riescono a rinunciare alla sigaretta. I divieti sarebbero estesi anche alle emissioni di sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato (che già oggi sono equiparati, ma solo per quanto riguarda il fumo al chiuso, alle sigarette). Infine, una delle novità più importanti sarebbe il divieto di pubblicità sempre per le nuove sigarette elettroniche, in particolare per i device. Attualmente non si possono promuovere liquidi di ricarica o tabacco ma ci sono spot appunto sui dispositivi. Se passa la legge dovranno sparire.

"Danni anche dalle e-cig" Roberta Pacifici dirige il Centro nazionale dipendenze dell'Istituto superiore di sanità. «C'è un aumento allarmante di consumi di sigarette elettroniche e a tabacco riscaldato - spiega - Abbiamo tutti gli elementi per poter dire che nuocciono alla salute. Ci sono prodotti che creano gravi danni all'organismo e che creano dipendenza perché contengono concentrazioni di nicotina importante. Riguardo al tabacco riscaldato, non ci sono elementi per considerarli a rischio ridotto. E chi li consuma, abbiamo rilevato, è meno disposto a iniziare il percorso per smettere ».

I dati dicono che gli "svapatori". ovvero chi fuma e-cig sono 1,2 milioni di persone. E dopo un trend che vedeva negli anni precedenti una diminuzione degli utilizzatori, nel 2022 sono di nuovo aumentati. Non solo, perché l'81,9% di chi fuma la sigaretta elettronica è in realtà un consumatore duale che non rinuncia quindi alle sigarette tradizionali.

Per quanto riguarda le sigarette a tabacco riscaldato, i consumatori sono triplicati negli ultimi tre anni.

Le reazioni di protesta E se sui social ci sono reazioni entusiaste nei gruppi di mamme e genitori, a commentare a caldo la proposta Schillaci è l'Anpvu, l'associazione nazionale consumatori di e-cig, che fa resistenza: «Non è questo l'approccio giusto perché non si può equiparare lo svapo al tabacco tradizionale. I vaporizzatori personali sono strumenti di riduzione del danno per chi fuma le sigarette normali. Bisogna aprire un tavolo tecnico per confrontarsi con chi conosce bene un mercato in continua espansione a livello mondiale», dice il presidente Carmine Canino. Ma l'approccio del medico-ministro è differente. Nella replica in Commissione sanità e lavoro del Senato Schillaci ribadisce: «I diversi molteplici interessi correlati ai prodotti del tabacco, che coinvolgono i dicasteri economici, non prevalgano sulla tutela della salute». 

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