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Giustizia

Caso Cospito: chi è l'anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis nel carcere di Sassari

Caso Cospito: chi è l'anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis nel carcere di Sassari

È detenuto a Bancali da dieci anni: il 7 marzo l’udienza per sapere se gli sarà revocato il regime di carcere duro

29 gennaio 2023
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Bisognerà attendere fino al 7 marzo per sapere se ad Alfredo Cospito sarà revocato il 41 bis, regime di carcere duro, al quale si trova da maggio scorso. La Cassazione ha infatti anticipato a marzo l'udienza fissata in un primo momento al 20 aprile, accogliendo così la richiesta presentata dal legale dell'anarchico, l'avvocato Flavio Rossi Albertini. Cospito è detenuto da oltre 10 anni nel carcere di Bancali, a Sassari, per aver gambizzato l'ad di Ansaldo nucleare Roberto Adinolfi. Il gesto è stato rivendicato dalla sigla Nucleo Olga Fai-Fri, Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale.

Cospito è in carcere anche per un altro attentato: è accusato di aver piazzato due ordigni a basso potenziale nei pressi della Scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006. L'esplosione dei due ordigni non causò vittime.

Pescarese, classe '67, Cospito è il primo caso di un anarchico al 41 bis, una disposizione introdotta nell'ordinamento penitenziario italiano con una legge nel 1986 in funzione di lotta e contrasto alle mafie. Da ottobre scorso è in sciopero della fame: dopo sei anni in regime di alta sicurezza, ad aprile la sua condizione carceraria si è aggravata, con il passaggio al 41 bis, così come stabilito da un decreto del ministero della Giustizia, secondo il quale Cospito, comunicando con l'esterno, manterrebbe i legami con il gruppo anarchico di riferimento e inciterebbe alla lotta armata.

Una decisione motivata sulla base degli scambi epistolari avvenuti, negli anni della detenzione, con altri anarchici e sulla base di articoli che Cospito ha pubblicato su riviste di settore. I magistrati di Torino hanno ritenuto che, attraverso lo scambio epistolare, Cospito mantenesse i legami con l'organizzazione di riferimento. Successivamente, i pm di Torino hanno avviato un'indagine che ha portato a un procedimento nei confronti degli appartenenti alla Fai per i reati compiuti tra il 2003 e il 2006. Cospito è stato identificato quale «capo e organizzatore di un'associazione con finalità di terrorismo» e condannato a 20 anni di reclusione in primo e secondo grado. Lo scorso mese di luglio, la Cassazione ha riformulato le accuse nei suoi confronti: strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l'ergastolo ostativo o, in altre parole, "fine pena mai".

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