La Nuova Sardegna

L’emergenza coronavirus

Covid, con la sottovariante Kraken c’è il rischio di un’impennata di casi

Covid, con la sottovariante Kraken c’è il rischio di un’impennata di casi

Secondo i dati finora raccolti, questa variante sembra avere un grande vantaggio di crescita rispetto ai lignaggi circolanti in precedenza. Ma l’Ecdc spiega: «È presto per valutare cambiamenti in gravità infezione»

10 gennaio 2023
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ROMA.  Potrebbe causare una nuova ondata di casi di Covid-19 in Europa ma in realtà, a parte la sua grande capacità di diffondersi, sulla nuova sottovariante "Kraken" ancora non si sa molto. Lo evidenzia l'ultimo rapporto dell'Ecdc secondo cui «esiste il rischio che questa variante possa avere un effetto crescente sul numero di casi di Covid-19 nell'Ue/See, ma non entro il mese successivo, poiché la variante è attualmente presente solo a livelli molto bassi nell'Ue/See» e specifica che «a causa delle incertezze associate al tasso di crescita della variante, questa valutazione è associata ad un elevato grado di incertezza».

All'indomani dei due casi di sottovariante rilevati in Romania, la XBB.1.5 - questo il nome scientifico - è sotto attenta sorveglianza. Ad oggi, infatti, la maggior parte delle segnalazioni proviene dagli Stati Uniti (4.111 sequenze) e dal Regno Unito (202 sequenze) ma la sottovariante è stata rilevata anche in diversi altri Paesi, inclusi quelli europei: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia.

Ma, sottolinea l'Ecdc, «la proporzione della variante nell'UE/SEE è inferiore al 2,5% nelle ultime due settimane del 2022 per tutti i Paesi in cui è possibile stimare con precisione le proporzioni della variante a questo basso livello».

Secondo i dati finora raccolti, questa variante sembra avere un grande vantaggio di crescita rispetto ai lignaggi circolanti in precedenza in Nord America (109%) ed Europa (113%).

Ma a causa dell'incertezza associata alla stima, non è ancora chiaro se la variante diventerà dominante negli Stati Uniti nelle prossime settimane: «La rapida crescita negli Stati Uniti non significa necessariamente che la variante diventerà dominante nell'UE/SEE, poiché durante la pandemia sono state osservate più volte importanti differenze nella circolazione delle varianti tra il Nord America e l'Europa».

«Al momento - specificano gli esperti del Centro - non sono disponibili informazioni sufficienti per valutare qualsiasi cambiamento nella gravità dell'infezione associata alla variante», sembra però che Kraken sia in grado di legarsi con maggiore successo ad ACE2, il recettore presente sulla superficie delle cellule di diversi organi, attraverso cui il virus penetra nell'organismo. 

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