La Nuova Sardegna

Olbia

L’incidente dello yacht

L’autopsia sul corpo del manager britannico: «Lesioni fatali dall’urto con gli scogli»

Tiziana Simula
L’autopsia sul corpo del manager britannico: «Lesioni fatali dall’urto con gli scogli»

Kronsbein morto nel mare di Porto Cervo per trauma toracico e lesioni al midollo osseo

06 agosto 2022
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Porto Cervo È morto a causa delle lesioni riportate dopo che il suo yacht Amore si è schiantato contro gli scogli dell’isolotto “Li Nibani”. Fatali per Dean Kronsbein, il trauma toracico e una lesione al midollo osseo, conseguenza del violento impatto a terra all’interno del Cherokee 60, con la prua letteralmente sventrata. È quanto emerge dai primi risultati dell’autopsia eseguita ieri dal medico legale Matteo Nioi. Una prima risposta al tragico incidente in mare avvenuto domenica scorsa al largo di Porto Cervo, costato la vita al 61enne manager britannico. La Procura, che coordina le indagini condotte dalla guardia costiera di Porto Cervo e Olbia, ha disposto ulteriori accertamenti. Il 10 agosto sarà conferito l’incarico a un consulente tecnico, l’ingegnere Marco Mureddu, per la ricostruzione della dinamica dell’incidente. Sempre lo stesso giorno il pubblico ministero Enrica Angioni conferirà l’incarico a un altro consulente, Giovanni Saba, per accertamenti sulla strumentazione di bordo sequestrata. Al vaglio dei periti ci sono già cellulari e tablet dei comandanti delle due imbarcazioni e i telefonini di alcune persone che erano a bordo di Amore. Indagati per la morte di Dean Kronsbein, il comandante dello yacht Mario Lallone, 67 anni, abruzzese, e il comandante di Sweet dragon, il motoscafo Magnum 70 della famiglia Berlusconi, Luigi Cortese, 57 anni, originario di Ischia e residente in città.

La versione sostenuta fin dall’inizio da Lallone, difeso dall’avvocato Egidio Caredda (nella foto), è di essere stato costretto a cambiare improvvisamente rotta per non entrare in collisione col Magnum 70, versione che anche i familiari della vittima starebbero sostenendo. Ma la ricostruzione dei fatti resa alla guardia costiera dal comandante del Sweet dragon subito dopo l’incidente, è molto diversa. Cortese, assistito dall’avvocato Fabio Varone, sostiene che lo yacht Amore abbia sbagliato manovra. «Trovandosi le imbarcazioni con rotte opposte, quindi con la prua una di fronte all’altra, il Regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare prevede che “ogni imbarcazione manovri accostando sulla propria dritta”, cioè a destra, cosa che il Sweet dragon ha fatto, mentre l’Amore ha accostato a sinistra, mettendosi a rischio di collisione. Per scongiurare che questo avvenisse, il comandante Cortese ha arrestato i motori», riferisce l’avvocato Varone. L’Amore invece avrebbe proseguito per la sua rotta, finendo sugli scogli.

La versione di Lallone sarebbe confermata anche dalla moglie e dalla figlia di Kronsbein, rimaste ferite nell’incidente. «Sosteniamo fermamente la nostra tesi – dice l’avvocato Caredda –. Il quadro probatorio attuale è ancora incerto, pertanto invito alla prudenza chi sostiene che la manovra del comandante Lallone sia stata errata. Le perizie che saranno eseguite potranno fare luce sulla dinamica dell’incidente. Il comandante indagato ha pieno sostegno da parte dei familiari di Kronsbein, i quali ritengono che la manovra del comandante sia stata necessaria per evitare un impatto diretto con l’altra barca che sopraggiungeva a forte velocità mancando la precedenza».

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