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Olbia, Nizzi duro contro la Regione: «Sulla sanità vogliamo risposte oggi, non dopo le elezioni»

Serena Lullia
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Protesta Nizzi trasferimenti ospedale Olbia
- Protesta Nizzi trasferimenti ospedale Olbia

Il sindaco interviene nel consiglio comunale voluto dall’opposizione e non risparmia critiche alla giunta Solinas

08 agosto 2022
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OLBIA. Nessuna assoluzione per il centrodestra sul tema della sanità gallurese. Il sindaco Settimo Nizzi, forzista di ferro, prende a scudisciate la sua stessa parte politica che governa la Regione. E lo fa nel consiglio comunale voluto dal centrosinistra per riaccendere i riflettori sulla sanità a pezzi in Gallura.

Dopo mesi di colpevole silenzio, mentre le file al Pronto soccorso lievitavano, i reparti dell’ospedale sparivano, i medici diventavano sempre di meno, i riflettori accesi sulla sanità impongono una lettura realistica del settore. E le elezioni politiche dietro l’angolo danno coraggio per riconoscere gli errori.

«Noi vogliamo risposte – dice il primo cittadino -. Altrimenti qui succede un patatrac. Dal punto di vista assistenziale è in corso, quello politico può capitare perché la gente non è contenta. Perché dobbiamo andare a votare? E chi? Perché io non l’ho capito se non vengono date le risposte. Non vogliamo farci danno per fare contenti la parte avversa. L’ultima cosa che vorrei fare è agire chirurgicamente su una parte del mio corpo per far contento l’avversario. Ma dateci risposte».

Nizzi ammette: «Oggi dobbiamo parlare ancora una volta di pronto soccorso, di assenza di medici. Sentiamo quotidianamente l’ipotesi di chiusura di importanti reparti, chirurgia, medicina. Sentiamo e ascoltiamo le lamentele di chi lavora, di chi sta ore e ore a cercare di salvare le vite delle persone, soprattutto in un pronto soccorso che durante l’estate viene gravato dall’enorme flusso turistico. Parliamo di decine di migliaia di persone che arrivano e partono in questo territorio. Noi non siamo in grado di dare l’assistenza che la gente ci chiede. Non ce la facciamo per tanti motivi».

Poi la lettura politica e le legnate. «Ci mancano meno di due anni a ripresentarci alle Regionali – conclude -. Lo dico da gallurese: non ci capita più di avere tutte queste persone in consiglio regionale. E allora ci riuscite a fare quello che si deve fare? Anche in vista delle politiche la vogliamo mettere sulla bilancia qualcosa di concreto? Oggi però, non dopo le elezioni. Non abbiamo più parole perché ripetiamo le stesse cose, chiediamo sempre le stesse cose danni ma il risultato non arriva. Ma cosa vogliamo fare? Restare in silenzio, fare spallucce e aspettare? Dateci risposte». 

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