La Nuova Sardegna

Olbia

Il paradosso

Piena la diga del Liscia, crisi idrica scongiurata ma i rubinetti sono a secco: colpa della rete colabrodo

Marco Bittau
Piena la diga del Liscia, crisi idrica scongiurata ma i rubinetti sono a secco: colpa della rete colabrodo

In tempi di siccità è importante l'annuncio del Consorzio di bonifica della Gallura, però a Tempio, Calangianus e Luras l'acqua resta merce rara

21 settembre 2022
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Olbia Con una riserva di quasi 80 milioni di metri cubi d’acqua la diga del Liscia scongiura la crisi idrica. In tempi di siccità la notizia diffusa dal Consorzio di bonifica della Gallura è di importanza capitale, peccato che a Tempio, Calangianus e Luras l’acqua sia merce rara a causa dei continui guasti alla rete idrica gestita da Abbanoa.

Paradossi della calda estate gallurese. In realtà la capienza e la gestione della diga del Liscia nulla hanno a che fare con la rete idrica colabrodo di Abbanoa, se non per il fatto che si parla comunque di acqua. Quella che c’è nella diga e quella che non scende dai rubinetti nelle case.

Resta il fatto che l’invaso del Liscia conferma la sua importanza vitale per il comprensorio del Consorzio di bonifica della Gallura, composto da 17 comuni. I numeri parlano chiaro: alla data del 31 agosto nel bacino è accumulata risorsa idrica per tre quarti della sua capienza (esattamente al 76,72%), con 79,69 milioni di metri cubi d’acqua. Circa 8 milioni di metri cubi, invece, è stato il consumo registrato nel mese di agosto, mentre dall’inizio dell’estate (maggio 2022), in una stagione per nulla piovosa, sono stati consumati complessivamente 22,9 milioni di metri cubi d’acqua.

«Sono consumi nella norma e che rispecchiano quelli dell’anno scorso – spiega il presidente del Consorzio, Marco Marrone –. Significa che sì, l’estate siccitosa ha pesato prevalentemente su quei territori penalizzati dall’assenza di una rete di distribuzione consortile, mentre nei territori serviti la risorsa idrica è sempre stata disponibile». «È un dato importante questo – aggiunge Marrone – mentre nel resto dell’Italia dove l’assenza di bacini di accumulo ha di fatto negato a interi territori a vocazione agricola la garanzia di un approvvigionamento idrico, subendo i disagi e il danno economico derivante dalla siccità, nei nostri territori si è dimostrato che gli investimenti sui bacini sono realmente serviti a placare la sete d’acqua. Ma questo – continua il presidente non ci deve ovviamente tranquillizzare e far abbassare la guardia: siamo al lavoro sull’efficientamento della risorsa idrica e sulla risoluzione delle criticità come sprechi o perdite».

È evidente che il Consorzio di bonifica nulla ha a che fare con le reti idriche colabrodo che stanno costringendo in ginocchio i maggiori centri dell’alta Gallura, a cominciare dalla città di riferimento, Tempio, dove gli annunci di rotture e disservizi nell’erogazione dell’acqua sono diventati giornalieri scatenando il ricorso alle autobotti d’emergenza e la rivolta dei cittadini e degli operatori della ristorazione e dei pubblici esercizi.


 

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