Olbia, il Puc in Consiglio: tramonta Costa Turchese, più vincoli nell’agro
L’assessore Monni: «Piano green». Il Pd verso il no, incerta la linea di Liberi
Olbia Metri cubi, cartografie, indirizzi politici e zone di massima tutela. Il Piano urbanistico comunale arriva in consiglio. Per Olbia, dopo quelli del 2004 e del 2020, si tratta del terzo tentativo. Domani, lunedì 12 maggio, a partire dalle 15.30 l’aula di via Garibaldi sarà così chiamata a votare l’adozione del Puc in adeguamento al Ppr e al Pai. L’assessore all’Urbanistica Bastianino Monni è soddisfatto. E parla dunque di un «Puc green che sarà alla base dello sviluppo armonioso di Olbia e del suo territorio». Monni preferisce conservare i dettagli per la seduta di domani e sui contenuti tiene la bocca cucita. Ma su alcuni punti non dovrebbero esserci troppi dubbi. Il nuovo Puc firmato dalla giunta guidata dal sindaco Settimo Nizzi, per esempio, non dovrebbe più prevedere il progetto di Costa Turchese, che era stato già ridimensionato nel 2020. Nelle aree di Capo Ceraso, insomma, regneranno i vincoli di massima tutela. Niente hotel di lusso. Il motivo principale, come era stato chiaro fin dal 2021, è legato alle pesanti osservazioni presentate dalla Regione. C’è da dire, poi, che la famiglia Berlusconi, proprietaria delle aree, sarebbe ormai molto meno interessata a un investimento di questo tipo a Capo Ceraso. Resterebbe, invece, il progetto di un hotel di lusso con campo da golf nell’area di Sa Testa, cioè tra la zona industriale e Pittulongu. Rispetto al Puc adottato nel 2020, ci saranno regole ancora più ferree in buona parte dell’agro. Poche differenze, invece, per quanto riguarda la città. Qui la linea dovrebbe essere la stessa di quella di cinque anni fa: stop a un ulteriore consumo del territorio e porte aperte alla crescita in altezza.
Il nuovo Puc. Il piano adottato nel 2020 aveva ricevuto un malloppo di 147 pagine di osservazioni da parte della Regione. «In ogni caso – sottolinea Monni –, avremmo potuto proseguire l’iter in fase di copianificazione con la Regione. Invece abbiamo preferito puntare sulla riadozione. Il motivo è semplice: vogliamo dare la possibilità agli olbiesi di prendere visione della nuova pianificazione e di presentare le loro eventuali osservazioni. La materia è troppo importante e preferiamo il confronto diretto con i cittadini». Poi Bastianino Monni si concentra sulla visione generale alla base del nuovo Puc, anche alla luce dell’adeguamento al nuovo Piano di assetto idrogeologico della città. «Ricordiamo che con il Pai abbiamo liberato dai vincoli numerose aree di Olbia – prosegue l’assessore della giunta Nizzi –. Una svolta importante che, naturalmente, è stata inserita nel nuovo Puc. Anche per questo abbiamo optato per la riadozione del piano. L’obiettivo finale dell’amministrazione è garantire uno sviluppo armonioso di Olbia: una città in continua evoluzione e che vede aumentare la popolazione di circa 1.500 residenti ogni anno. Confermiamo la volontà di incentivare il settore alberghiero di élite e di migliorare l’offerta delle strutture esistenti. Ma sarà un Puc molto green. Niente colate di cemento, insomma. Nelle zone agricole e nelle zone H la pianificazione sarà calibrata sulle caratteristiche del territorio. Voltiamo pagina e superiamo così il piano di fabbricazione, uno strumento obsoleto che non garantisce certo lo sviluppo della città». Dopo il via libera in consiglio comunale, si aprirà il periodo delle osservazioni dei cittadini. Dopo la palla passerà alla Regione. Considerato il recepimento delle precedenti osservazioni e il dialogo costante con la giunta Todde, la speranza del Comune è che l’iter per l’approvazione finale sia piuttosto breve.
Le minoranze. Inutile dire che dalle parti della maggioranza nizziana non ci saranno sorprese. Bisogna capire, invece, cosa succederà sui banchi della minoranza. Il Pd, che nei giorni scorsi si è più volte confrontato, sembra essere orientato sul voto contrario. Contenuti a parte, il Puc è un atto politico della maggioranza ed è praticamente impossibile che il primo partito dell’opposizione schiacci il tasto verde. Linea più incerta per quanto riguarda il gruppo Liberi. In diverse occasioni, negli ultimi mesi, i consiglieri di Liberi hanno votato diversamente dai vicini di banco del Pd. Anche i rapporti con il sindaco sembrano essere ormai cambiati (in meglio). Un gruppo, quello di Liberi, che fu una colonna portante della coalizione civica che si era presentata alle elezioni del 2021 per sfilare la poltrona da sindaco a Nizzi. Un civismo che, però, sembra essersi ormai del tutto esaurito, soprattutto da quando il Pd ha riacceso il suo simbolo e formato il gruppo unico in consiglio. Anche domani, dunque, la linea che emergerà all’interno delle minoranze potrebbe non essere la stessa per tutti.