La Nuova Sardegna

L’editoriale

Un voto in difesa dei diritti costituzionali

Antonio Di Rosa
Un voto in difesa dei diritti costituzionali

Non si può appoggiare Orban, l’Ungheria parafascista non può stare dentro l’arcipelago europeo

21 settembre 2022
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Siamo a pochi giorni da un voto importante per il futuro del Paese. Testimoni di una campagna elettorale ricca di insulti, povera di contenuti. La solita minestra che, da diversi anni, a ogni elezione, si consuma al tavolo della politica. Un palcoscenico con pochi leader e tante riserve in attesa di salire sul podio del potere. Un dejà vu che ci inquieta e che alimenta quella disaffezione che rischia di far crescere il partito dell’astensione. Qualcuno sostiene ancora che in tutte le democrazie cala il numero dei votanti. È vero. Dunque, rassegniamoci. Io non mi arrendo perché penso che il popolo ha il dovere di esprimersi. Le lamentazioni post voto non saranno accettabili. Anzi, fanno lievitare l’irritazione di chi, come noi, spera in una grande partecipazione. Sappiamo benissimo che la valanga di promesse non atterreranno ma troveranno posto nei cassetti inesplorati di tutti i partiti. Ma stavolta in ballo c’è qualcosa di più sostanzioso della preoccupante crisi economica ed energetica. Rino Formica, ex ministro socialista, dichiara al Fatto Quotidiano, che circola per le nostre strade una bolletta politica di rilievo. Le democrazie poggiano sui conti ma soprattutto sui valori e sui diritti. Il vantaggio che i sondaggi attribuiscono alla Leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e ai suoi alleati di centrodestra pone pesanti interrogativi proprio sul versante dei diritti.

Come può un’aspirante a Palazzo Chigi, al vertice del Paese, votare contro una mozione europea (433 sì, 123 no) assieme a Matteo Salvini, capo della Lega, e a favore dell’autarca Viktor Orban presidente dell’Ungheria? L’Europa si appresta a sospendere 7,5 miliardi di aiuti a un governo che non rispetta i diritti. Ve ne elenco alcuni: l’indipendenza della magistratura, la libertà di espressione compreso il pluralismo dei media, la corruzione e i conflitti di interesse, la privacy e la protezione dei dati, la libertà accademica, la libertà di religione, la libertà di associazione, il diritto alla parità di trattamento compresi i diritti delle persone LGBTIQA+, quelli delle minoranze tra cui rom ed ebrei, i diritti dei migranti, il funzionamento dell’ordinamento costituzionale e del sistema elettorale. Come si fa a votare contro una mozione di condanna? E non vale il discorso di Salvini che il popolo ungherese appoggia Orban. Benissimo, ma la violazione dei principi fondamentali dell’Unione Europea mette fuorigioco l’Ungheria. Volete essere autarchici e parafascisti, bene, ma non potete stare dentro l’arcipelago europeo.

Ricordo alla Meloni e a Salvini che noi italiani siamo fondatori di questa Europa. La Ue ha bisogno di correzioni e miglioramenti ma sui diritti non si può discutere. Bene ha fatto Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia a prendere le distanze dagli alleati: se è questa la deriva, noi non parteciperemo al governo. E ha bacchettato Marcello Pera, candidato a Sassari ma mai visto in città e Giulio Tremonti con un lungo passato in FI per aver accettato queste impostazioni.

L’iniziativa europea non è una speculazione dei partiti di sinistra ma del PPE (Partito Popolare Europeo di cui fa parte FI)e della commissaria Ursula Von Leyden. Non è facile stare nell’orbita di quel signore ungherese che non accetta “le razze miste”. La sua consigliera politica si è dimessa perché, ha detto, quelle parole riecheggiano le frasi del ministro nazista della propaganda Joseph Goebbels. Inaccettabili. Vorrei che nel dibattito di oggi alla Camera di Commercio di Sassari tutti i candidati presenti si pronunciassero esplicitamente sul tema dei diritti inalienabili dei cittadini. Su questo versante non si fanno sconti né si accettano parole di comodo su un Paese che, per ora, fa parte dell’Unione Europea. Perché tutto questo riguarda anche noi italiani. Non fate finta di sottovalutare la questione. Non è lontana da noi.

Per la nostra Sardegna non ci sono grandi prospettive a breve. Se il centrodestra vuole ridiscutere il Pnnr quei miliardi di euro si volatizzeranno. Addio sanità, trasporti, infrastrutture e quant’altro. Cerchiamo di mantenere una linea seria e non propagandistica. I problemi esistono oggi e non si possono rinviare a data da destinarsi. È inutile cullarci con l’idea che l’insularità risolverà tutto. Se non ci si mettono dentro i contenuti (cioè progetti e soldi) non risolveremo quasi nulla.

Tutto questo ci deve spingere ad andare a votare. Non si deve restare a casa, indolenti, spettatori passivi di una Italia che ha bisogno di un grande afflusso alle urne. Tutti dobbiamo esprimerci proprio perché il momento è delicato. Pensateci bene prima di astenervi. In ballo non c’è un trofeo per chi vince la partita ma il futuro del Paese. Grazie.

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