La Nuova Sardegna

Il caso

I nipoti non possono essere costretti a vedere i nonni

di Vanessa Roggeri
I nipoti non possono essere costretti a vedere i nonni

La sentenza della Cassazione ha sollevato molte discussioni

04 febbraio 2023
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I nipoti stravedono per i nonni, e viceversa. Siamo convinti sia una legge naturale, una sacra e immutabile verità che conforta il nostro cuore di adulti provato da mille difficoltà quotidiane, e che conferma con sentimento nostalgico i dolci ricordi dell’infanzia. Da bambini siamo stati troppo spensierati per renderci conto che i nostri nonni, oltre all’amore, alla pazienza e alla tenerezza, avevano da difendere abitudini consolidate da una vita, fragilità caratteriali con cui fare i conti, insopportazioni di tutti i generi, stanchezze fisiche e non solo.

Si dimostrano amorevoli babysitter al quale appoggiarsi, in moltissimi casi assurgono al ruolo di vice genitori. Ma non dobbiamo illuderci: quando si parla di sentimenti e rapporti famigliari non c’è nulla di scontato o di garantito. Proviamo a stabilire delle regole per tranquillizzarci, a credere che l’istituzione della famiglia sia una base solida su cui poggiare le nostre angosce e insicurezze, ma va a finire che, cedendo alla odiosa pratica della banalizzazione, quella legge naturale – la sacra e immutabile verità che riteniamo investa nonni e nipoti –, se non spogliata di facili edulcorazioni, diventa niente altro che un luogo comune. I sentimenti non si possono comandare, nemmeno se di mezzo c’è una parentela stretta. Di certo non si possono forzare per legge. Su questo presupposto si fonda una sentenza della Cassazione che ha sollevato molte discussioni: i nipoti non possono essere costretti a vedere i nonni, non ci può essere l’imposizione di una relazione sgradita e non voluta da parte dei bambini, ossia il diritto dei nonni non può prevalere sull’interesse dei minori quando questi manifestano contrarietà. Com’era facile intuire, si scopre che al centro della diatriba giudiziaria c’è una famiglia avvelenata da rapporti difficili: i nonni paterni e uno zio si rivolgono alla magistratura perché nonostante i dissapori vogliono frequentare i nipoti; in primo e secondo grado si parla di assistenza psichiatrica per una nonna aggressiva affetta da disagio mentale, di un clima intriso di rancori e paure, ma entrambe le sentenze in qualche modo cercano di non privare i piccoli del rapporto con i nonni. La Cassazione assume invece una prospettiva opposta dando voce ai bambini, ai loro desideri, al loro benessere. Obbligare un bambino a provare un affetto non spontaneo rappresenta una coercizione che mortifica e approfitta dell’ovvia impossibilità del minore di autogestire la propria esistenza. Ricordiamoci che i bambini sono sì delle spugne che assorbono gli umori casalinghi, ma capiscono e discernono molto più di quanto gli adulti sono disposti ad ammettere. L’opinione pubblica si è scatenata, specie quella parte avvezza a frequentare i social, bollando la sentenza come atto contro la famiglia, una cattiveria contro i nonni, tra frasi fatte e rimembranze personali il coro si è messo per lo più soltanto nei panni dei genitori del padre. I più arrabbiati sono quelli che hanno avuto una bella infanzia e sulla scorta della propria esperienza non si capacitano di come sia possibile che un nipotino non voglia vedere i nonni. E sta proprio qui l’errore di giudizio, ossia farsi metro di paragone senza capire che la realtà delle famiglie in Italia e nel mondo descrive una variegata e spesso drammatica complessità di rapporti fatta di malumori, beghe ereditarie, recriminazioni, gelosie, odi, divorzi mai digeriti, tradimenti, sopraffazioni, assistenze sociali, infelicità. I bambini sono i primi a pagarne le conseguenze, eppure, specialmente quelli provenienti da famiglie “non funzionanti”, di rado hanno la possibilità di essere ascoltati, e ancora meno di essere capiti e rispettati. Ebbene, sarebbe ora di sfatare il mito della famiglia a tutti i costi, dell’amore a comando per motivi di sangue o perché è un giudice a deciderlo. I nipoti stravedono per i nonni, e viceversa. Non sempre. Non per forza.

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