La Nuova Sardegna

Energia

Una svolta, ma la Regione non c’è

di Gianni Bazzoni
La centrale elettrica di Fiume Santo
La centrale elettrica di Fiume Santo

Il futuro del territorio passa dallo sviluppo della centrale di Fiume Santo

25 marzo 2023
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L’energia torna centrale nel programma di sviluppo del territorio del Sassarese e della Sardegna. Dopo aver fatto finta per anni che - chissà perché - se ne potesse fare a meno, si ripassa dal via. Come il gioco dell’oca. E non si può che ripartire da Fiume Santo. Ha cambiato proprietari negli anni, e anche combustibili per l’alimentazione delle caldaie, ha demolito vecchi pezzi ma la centrale non ha mai perso la sua strategicità. Ed è arrivata al momento della svolta, cioè al dover scegliere cosa fare in futuro per non scomparire. Così Ep Produzione ha giocato di anticipo e ha reso noto il progetto per definire il futuro del sito industriale.

La comunicazione scelta è quella dei numeri: circa un miliardo di euro di investimento, 600 persone per l’occupazione stimata in fase di realizzazione che scendono a 300 una volta a regime. Ma anche dell’attenzione all’ambiente: soluzioni tecnologiche, transizione energetica sostenibile in Sardegna. L’uscita dal carbone avverrà solo tra qualche anno (si dovrà scivolare fino al 2028-30) ma l’azienda si candida a restare nel nord Sardegna con un piano di decarbonizzazione che prevede biomasse, gas, batterie di accumulo, fotovoltaico onshore e offshore e idrogeno. Il problema vero è che i progetti e le ipotesi di Ep sono condivisibili e andrebbero sostenuti, ma che per l’attuazione mancano le regole. E sono fondamentali. È una falla, una carenza evidente che chiama a responsabilità della Regione e del Governo nazionale. In questi anni si è andati avanti più per slogan che seguendo ragionamenti sensati, e si è lasciato campo libero a iniziative individuali, alla politica delle imprese.

Il confronto si è sviluppato a colpi di si e no: bene quello, male l’altro. Senza una logica basata su competenze, risorse, tutela dei territori, valutazione delle potenzialità e delle opportunità per uno sviluppo condiviso con le comunità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Oggi si parla di metano e la Sardegna è l’unica regione a non disporre di un combustibile che le altre realtà hanno da decenni. Si affronta il tema delle biomasse dopo che sono state additate come oggetti misteriosi e manca ancora un quadro legislativo per sostenerle. Il fotovoltaico è diventato come i funghi, seminato nei campi con le difficoltà legate all’attuazione di un progetto che è apparso più estraneo che integrato. Così è stato per l’eolico, e altrettanto sta succedendo per le proposte relative all’onshore e offshore.

La Sardegna deve uscire dall’angolo, dimostrare di avere la capacità di decidere oltre la politica delle compensazioni. Cioè: tu puoi fare quello se mi dai tanto in cambio. Non funziona, è stato questo il danno del passato e ancora si pagano i conti. Poco e nulla si parla dell’idroelettrico, che invece alla Sardegna servirebbe tanto. E l’idrogeno è sulla bocca di tutti, se verde è meglio. Ma non c’è ancora un accordo effettivo per stabilire chi lo consuma, e poi l’idrogeno è un vettore per accumulare energia quando ne hai bisogno. Della giunta regionale ieri a Sassari non c’era nessuno ad ascoltare il progetto di Ep Produzione, solo il presidente del consiglio Michele Pais ha fatto capolino a Villa Mimosa. Assenze pesanti quando invece bisogna confrontarsi seriamente e subito. Altrimenti di fronte alle proposte delle aziende non si può che stare zitti. Perché loro presentano piani, dicono di voler fare, annunciano investimenti. Ma se non ci sono le regole le istituzioni e le comunità non possono neppure alzare la voce e dire: bene, sono condivisibili, realizzateli. Oggi siamo nella condizione che centrali come quella di Fiume Santo, devono marciare bruciando sempre più carbone in attesa della cosiddetta phase out . Glielo chiede il sistema, chi governa. Gli stessi che non decidono. I progetti ci sono, le risorse pure. Mancano le regole certe per indicare i percorsi da seguire. Energia sprecata.

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