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La federazione solleva i prezzi, a Oristano calcio giovanile senza campi

Enrico Carta
Il campo di Sa Rodia
Il campo di Sa Rodia

Lettera delle società alla Figc

19 luglio 2022
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Oristano Non solo energia e carburanti. I rincari colpiscono tutti i settori, anche lo sport e le sue funzioni sociali. Oltre che annaspare nel caldo, in questi giorni, alcune società sportive stanno respirando a fatica per via della sorpresa estiva riservata loro dalla Figc che rischia di togliere l’aria per sopravvivere. La federazione, a sua volta, deve fare i conti con un incremento dei costi su varie voci e così ha deciso di adeguare verso l’alto il tariffario per l’utilizzo del Centro federale di Sa Rodia.

Da sempre casa del pallone oristanese, l’impianto ammodernato era stato assegnato in gestione proprio alla federazione durante la giunta Nonnis, con assessore allo Sport Marzio Schintu. Per tutta questa dozzina di anni le società di calcio giovanile hanno continuato a gravitare attorno ai campi di Sa Rodia, anche perché gli altri in città e nelle frazioni sono inadeguati o sono stati del tutto abbandonati. I costi sin qui affrontati per svolgere allenamenti e partite erano accessibili, ora però l’impennata ha aperto una crepa nei rapporti tra le quattro società che utilizzano gli impianti e la Figc.

Tharros, Oristanese, Othoca, Progetto Accademy Campidano hanno dapprima sollecitato un’inversione di rotta, poi, vedendo che le risposte non arrivavano o erano negative, hanno scritto le loro ragioni in una lettera inviata alla federazione e infine hanno coinvolto l’assessore allo Sport, Antonio Franceschi. Sono mosse che sinora non hanno sortito effetti, perché la Figc è rimasta ferma sulle proprie posizioni e, soprattutto, sul proprio tariffario.

I numeri fanno sicuramente comprendere meglio quale sia la situazione e gli esempi sono quelli indicati nella lettera delle società che a Sa Rodia svolgono l’attività giovanile, con ripercussioni facilmente immaginabili nel caso in cui il ritocco dei prezzi non dovesse essere rivisto verso il basso. La Tharros, ad esempio, l’anno scorso spendeva 1.440 euro al mese, mentre ora si ritroverebbe a quota 2.280; l’Othoca Cappuccini passerebbe da 650 euro a 3.840; l’Oristanese da 860 euro a 3.730; l’Academy da 550 euro ad almeno 1.728 euro. A pesare sulle società è anche la politica che obbliga tutti a occupare il campo senza poter spezzare l’ora, che deve quindi essere piena. Sono, insomma, banditi gli allenamenti da un’ora e mezza, in più l’uso degli spogliatoi di cui i ragazzini non si servono è stato inserito d’ufficio. La Figc, poi, non è stata in grado di dare risposte sulla possibilità di affiggere cartelloni con gli sponsor che possano così coprire parte dei costi maggiorati.

L’alternativa che le società hanno davanti, in assenza di altri campi da calcio, è l’aumento esponenziale delle quote che ricadrebbe così sulle famiglie oppure di limitare il numero di squadre iscritte ai tornei giovanili se non addirittura di interrompere l’attività. È un bel grattacapo estivo da risolvere in fretta perché le iscrizioni ai campionati sono alle porte.
 

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