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Oristano

Politica

Il calendario aiuta il sindaco: consiglio comunale “congelato” sino a metà maggio

di Enrico Carta

	Il presidente del consiglio comunale Peppi Puddu con il sindaco Massimiliano Sanna
Il presidente del consiglio comunale Peppi Puddu con il sindaco Massimiliano Sanna

La crisi in Comune arrivata al 28esimo giorno resta irrisolta. Le feste consentiranno di non convocare l’assemblea civica

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Oristano Crisi politica al Comune: giorno 28 e nulla si muove. La Pasqua alta fa addirittura miracoli e consentirà al sindaco Massimiliano Sanna di andare avanti in questo limbo almeno sino alla prima decade di maggio. La strategia è quella del famoso Quinto Fabio Massimo di romana memoria, ovvero temporeggiare in attesa che dalle segreterie politiche, in particolare da quella di Forza Italia, piova la soluzione per sistemare gli assetti in giunta. L’incastro mancante però ancora non c’è e la maggioranza rimane appesa al filo esile di un unico voto che sinora le è stato garantito dal soccorso esterno di Sergio Locci. Per il resto non sembra esserci aria di via d’uscita immediata, dal momento che il nodo cruciale non è stato sciolto.

In Forza Italia infatti è andato a vuoto il primo tentativo di mediazione tra il segretario provinciale Giovanni Mascia e i quattro dissidenti, Paolo Angioi, Valeria Carta, Gianfranco Licheri e Davide Tatti. Non è andato a buon fine un po’ perché arrivato all’ultimo un po’ perché ci sono vari aspetti da limare, non ultimo quello degli assessorati che i quattro sanno promessi a loro proprio dal partito. Peraltro gli azzurri non hanno una segreteria cittadina perché, a differenza di quello territoriale, il congresso del capoluogo non è mai stato convocato. In tutto questo il calendario regala una gioia a Massimiliano Sanna. Il sindaco che aveva congelato l’assessore Luca Faedda prima di revocargli la delega è sicuro di avere in freezer anche il consiglio comunale. Data l’assenza di scadenze, considerata la scarsità di argomenti da portare al voto se non mozioni, interpellanze e interrogazioni dell’opposizione e dando uno sguardo al calendario, non si tornerà in aula prima del 10 maggio.

La Pasqua in questo caso oltre che alta e benedetta è anche provvidenziale perché va a incastrarsi con una serie di festività che rendono pressoché impossibile trovare una data per riunire l’assemblea civica. La prossima è la Settimana della Passione, poi c’è la festa della Liberazione, quindi Sa die de sa Sardigna, infine la Festa dei lavoratori il 1° maggio. Solo a quel punto il presidente del Consiglio, Peppi Puddu, potrebbe convocare la seduta lasciando un po’ di tempo a disposizione ed ecco che si andrà al 10 maggio se non oltre. Intanto la crisi rimane latente, sopita eppur sempre pronta a deflagrare alla prima data utile, mentre la città attende un’amministrazione funzionante e in grado di affrontare i grandi temi che sono sul tavolo. Resta l’attività della giunta, un esecutivo peraltro incompleto perché non c’è alcun indizio che faccia pensare che la sostituzione dell’accantonato Luca Faedda sia imminente. Il primo cittadino continua a tenere per sé le deleghe al Bilancio e alla Cultura, come se non avesse già di suo abbastanza da fare e non dovesse risolvere un problema che, gli piaccia o no, prima o poi gli sbatterà in faccia il conto. Senza il sostegno dei quattro dissidenti non si va avanti, si vivacchia.

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