La Nuova Sardegna

Oristano

Lo scontro politico

Reggia giudicale, il sindaco Sanna diserta la visita e scoppia la polemica

di Enrico Carta
Reggia giudicale, il sindaco Sanna diserta la visita e scoppia la polemica

La minoranza contro «l’usurpazione di uno dei simboli storici di Oristano. Una resa incomprensibile e un danno per tutta la nostra terra»

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Oristano Mancava il sindaco. All’appello per la visita all’ex reggia giudicale dei giorni scorsi, organizzata dal Demanio di Stato, Massimiliano Sanna non ha risposto e così nel registro è stata segnata l’assenza. La presenza dell’assessore al Patrimonio, Ivano Cuccu, quale sostituto del primo cittadino non ha sortito gli effetti di far sopire i venti di protesta che si levano per quella che da molti in città viene vista come un’usurpazione del simbolo storico per eccellenza di Oristano e della Sardegna. Anzi, l’aver marcato visita «per precedenti impegni istituzionali», questa la spiegazione del sindaco alla richiesta di chiarimenti da parte della Nuova Sardegna, forse peggiora ulteriormente la situazione.

Così Massimiliano Sanna finisce ancora una volta nel mirino dello scontro politico. Nei giorni scorsi erano stati i quattro dissidenti di Forza Italia a lanciare i primi strali contro una serie di decisioni, tra cui proprio quella di abbandonare il campo nella partita sulla proprietà della reggia, ora sono tutti i consiglieri di centro sinistra a rilanciare con un documento pesantissimo: «Quando la politica rinuncia a restituire la città che amministra ai cittadini, per mancanza di visione complessiva e di prospettive future, significa solamente che la politica ha fallito una delle sue missioni principali: lo sviluppo della città. Pochi giorni fa abbiamo assistito, come ormai d’abitudine dell’amministrazione Sanna senza esserne adeguatamente informati in quanto Consiglieri Comunali e cittadini, all’ufficializzazione della resa del palazzo giudicale ed ex casa circondariale alla prefettura per destinarla a sede istituzionale, invece che restituirla a Oristano».

Il continuo non è meno tenero dell’esordio. Così rincarano la dose Francesca Marchi, Carla Della Volpe, Massimiliano Daga, Maria Speranza Perra, Francesco Federico, Maria Obinu, Giuseppe Obinu e Umberto Marcoli: «Riteniamo, come abbiamo già avuto modo di affermare in passato, che la scelta di lasciare che la reggia giudicale non venga restituita alla città sia profondamente sbagliata e lesiva del valore storico, identitario e culturale di uno dei luoghi storicamente più significativi di Oristano. La reggia giudicale rappresenta un simbolo non solo della storia cittadina ma dell’intera Sardegna: destinarla ad uffici amministrativi snaturerà la sua funzione, compromettendo irrimediabilmente la possibilità che venga restituita alla comunità come spazio culturale, museale, turistico. La reggia merita un progetto di valorizzazione all’altezza della sua storia, in grado di restituire dignità e visibilità a un monumento troppo a lungo trascurato».

Poi c’è il mirino politico puntato contro l’azione del sindaco e della giunta ritenuta inesistente o per lo meno impalpabile: «In questi mesi il Comune di Oristano è stato solo una comparsa che ha assistito alle decisioni altrui senza mai provare a chiedere di essere attore protagonista nelle scelte sul futuro di un luogo così importante e, sebbene sia stato richiesto da più parti politiche e sociali cittadine di aprire un confronto pubblico, trasparente e partecipato che coinvolgesse cittadini, associazioni culturali, studiosi e istituzioni locali, la risposta dell’amministrazione è stata quella di chinare il capo a decisioni prese a discapito del futuro della nostra città senza nemmeno provare a impegnarsi con spirito di collaborazione per individuare un’area o un altro bene immobile da destinare agli uffici della prefettura. Anzi, durante l’incontro del 15 aprile, il sindaco ha preferito delegare la sua presenza all’assessore al Patrimonio, patrimonio evidentemente degli altri visto che si è abdicata ogni possibile pretesa sulla reggia giudicale, come palesemente dichiarato dall’esponente della Giunta (l’assessore Ivano Cuccu, ndr). Ci chiediamo dunque se quelle posizioni siano condivise dal primo cittadino o se anche in questa occasione abbia scelto di sottrarsi al confronto. Non possiamo, come oristanesi, accettare di perdere un altro pezzo della nostra storia, non possiamo lasciare che la nostra città si privi di un bene che testimonia la storia di Oristano e della Sardegna intera dal medioevo a oggi. La reggia giudicale di Oristano deve tornare a vivere nel rispetto della sua storia e del suo valore simbolico».

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