La Nuova Sardegna

Bomba d’acqua nelle Marche

Mattia, la disperazione del padre. La madre Silvia è la cugina di Luca Tanzi, morto nell’alluvione in Sardegna nel 2013

Mattia, la disperazione del padre. La madre Silvia è la cugina di Luca Tanzi, morto nell’alluvione in Sardegna nel 2013

Dramma nel dramma per la famiglia della madre

19 settembre 2022
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Seinigallia «Voglio credere che Mattia sia vivo, è una speranza che mi aiuta ad andare avanti. Magari il mio gnometto si è aggrappato a una pianta». Le parole di Tiziano Luconi, il papà del piccolo di 8 anni, figlio di una farmacista originaria di Urzulei, che il fango non ha ancora restituito e che centinaia di soccorritori stanno cercando senza risparmiarsi, arrivano direttamente dal cuore.

Una famiglia che ripiomba in un incubo già vissuto in passato: Silvia Mereu, la madre del piccolo Mattia Luconi, ha perso un cugino nell’alluvione Cleopatra che devastò la Sardegna nel novembre del 2013: si tratta di Luca Tanzi, agente di polizia in servizio alla Questura di Nuoro. L'uomo morì inghiottito dal ponte di Oloé a Oliena, che si sbriciolò durante il passaggio di un mezzo della polizia impegnata nelle complicatissime operazioni di soccorso. Luca Tanzi, 40 anni, sposato e padre di due figli, morì sul colpo.

Tre giorni dopo la bomba d'acqua che ha devastato Senigallia, Ostra, Barbara e altri paesini attorno agli argini del fiume Misa, i riflettori sono tutti concentrati in Contrada Coste, nel territorio di Barbara, dove si cercano ininterrottamente i dispersi. Il papà di Mattia è lì e partecipa alla ricerca del figlio: «Non me ne andrò finché non lo avremo trovato» ripete.

Oltre le 11 vittime già identificate, all'appello mancano infatti lui e Brunella Chiù, la 56enne che era in auto con la figlia diciassettenne Noemi. Il suo corpo è stato trovato due giorni fa e ieri il suo Liceo l'ha voluta ricordate con un canto Navajo. "Non restare a piangere sulla mia tomba, non sono lì, non dormo - è il post firmato da tutto il Liceo -. Sono mille venti che soffiano, sono la scintilla di diamante sulla neve, sono la luce del sole sul grano maturo. Sono la pioggerellina d'autunno quando ti svegli nella quiete del mattino… Sono le stelle che brillano la notte”.

Ma prosegue anche l'attività degli investigatori, per capire se ci sono delle responsabilità penali nel disastro. I Carabinieri hanno sentito nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla procura di Ancona, il referente della Protezione civile delle Marche che si occupa di pubblicare i bollettini meteo. E' un esperto del Centro funzionale multirischi, specializzato nel campo della previsione e prevenzione dei rischi idrogeologici, idrologici, metereologici e sismologici. L'obiettivo è di ricostruire i fatti a partire dall'allertamento dato, un'allerta gialla per alcune delle zone colpite e verde per le altre. Già oggi, inoltre, proseguirà l'attività di acquisizione dei documenti in vari enti, dopo quelli già prelevati in Regione negli uffici della Protezione civile. In mattinata inoltre i carabinieri hanno effettuato un sorvolo in elicottero sui luoghi del disastro. E l'analisi dall'alto del corso dei fiumi Misa e Nevola ha fatto già emergere che le sezioni fluviali a monte, molto piccole, non sono bastate a contenere l'acqua piovuta e nei letti dei fiumi sono finiti alberi e grossi tronchi che hanno fatto da tappo ai ponti, sotto i quali non è passata più acqua, creando dunque bacini che sono poi esondati.

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