La Nuova Sardegna

Allarme per gli studenti

Le scuole sarde rischiano il colpo di grazia, entro due anni 45 autonomie in meno

di Claudio Zoccheddu
Le scuole sarde rischiano il colpo di grazia, entro due anni 45 autonomie in meno

Dalla legge di bilancio nuovi tagli all’istruzione Per evitarli la Regione ha tempo sino a maggio. Le conseguenze spaventano i sindacati. La Cgil: «Assist per denatalità e migrazione»

02 febbraio 2023
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Sassari Formalmente viene chiamato “dimensionamento scolastico”. Tuttavia chi lo conosce può permettersi di appellarlo utilizzando le sue vere generalità: colpo di grazia. Perché di questo si tratta. Soprattutto quanto il “dimensionamento” è riferito ai piccoli centri dell’isola che, dopo l’approvazione dell’ultima legge di bilancio, dovrebbero dire addio anche alle scuole. Con buona pace della lotta allo spopolamento, mai come in questo caso da considerare una pratica virtuale o un esercizio di stile del politico di turno. Se le carte attualmente in tavola non dovessero cambiare, entro due anni l’isola sarebbe costretta a dimenticare almeno 45 delle attuali 273 autonomie scolastiche. A chiudere, trasformando gli studenti in pacchi postali da spedire chissà dove a bordo di trenini da film western o di pullman dal passato glorioso ma dal futuro incerto, sarebbero per prime le scuole delle aree dell’interno o di quelle meno raggiungibili. Utilizzando un gergo calcistico, la prima legge di bilancio approvata dal governo Meloni sarebbe un assist a porta vuota allo spopolamento. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è pronto a dare battaglia ed ha già annunciato un ricorso alla Corte costituzionale, chiedendo il supporto dei suoi colleghi. Dall’isola non sono arrivati segnali, anche perché l’omologo di De Luca, Christian Solinas, è impegnato ad approvare la sua finanziaria e di scuola, per il momento, non se ne parla nemmeno. Eppure il tempo sta per scadere, perché le Regioni entro il 31 maggio dovranno replicare al governo, magari con qualche proposta. Se non lo faranno, sarà il ministero dell’Economia e quello dell’Istruzione a prendere le decisioni. A quel punto, i giochi saranno fatti.

Le prospettive Le “nuove” autonomie scolastiche da 900/1000 studenti l’una diventeranno realtà già dall’anno scolastico 2023/24. Il parametro degli alunni, come segnalato dall’associazione nazione dei presidi (Anp) ”non va inteso quale soglia per l’autonomia delle istituzioni scolastiche ma è unicamente finalizzato alla determinazione dell’organico regionale dei dirigenti scolastici. Non vi sarà più alcun limite minimo di alunni per garantire la presenza di un dirigente”. «Per questo è necessario un intervento tempestivo della Regione – spiega Massimo De Pau, presidente regionale dell'Anp –. Attualmente i dirigenti scolastici nell’isola sono 230. Dopo i pensionamenti previsti nei prossimi due anni, saranno più o meno 215 e questo organico dovrebbe essere quello da confermare per il 23/24 e per il 24/25. Ma se la Regione vorrà decidere la distribuzione, dovrà legiferare in merito. Se invece non facesse nulla, sarebbe un’ecatombe. La nostra posizione – continua De Pau – è che la Regione utilizzi due parametri: la densità demografica e l’organizzazione delle rete dei trasporti». I motivi sono chiari: la densità demografica della Città metropolitana di Cagliari è di 337 abitanti per chilometro quadrato, quella di Oristano è 43, quella di Nuoro 36. «E tra Macomer e Nuoro non c’è un solo dirigente scolastico titolare», conclude De Pau.

I sindacati «Attualmente abbiamo 187.176 studenti. Applicando questi parametri, con qualche aggiustamento legato alla disposizione dei dirigenti, in Sardegna chiuderebbero 45 autonomie scolastiche. Un disastro – spiega Emanuela Valurta, segretaria regionale della Flc Cgil –. Le conseguenze, perché le scuole verrebbero chiuse soprattutto nei centri dell'interno, sarebbero l’ulteriore denatalità e l’aumento del fenomeno delle migrazione. Per non parlare della perdita degli organici delle scuole e dell’aumento dei carichi di lavoro». La risposta, però, esiste: «La Regione deve ottenere l'abbassamento dei parametri. Deve ricordare a tutti, già dalla conferenza Stato-Regioni, l’altissimo tasso di abbandono degli studenti sardi, lo svantaggio generale causato dai trasporti insufficienti. Insomma, deve chiedere investimenti non subire i tagli». Presidi e sindacati, a breve, doverebbero incontrare l’assessore all’Istruzione, Andrea Biancareddu. E sperare che il 31 maggio non arrivi troppo in fretta.

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