Via libera alle piccole sanatorie, ristrutturazioni e no ai monolocali-loculo: ecco tutte le novità del Salva casa
Il disegno di legge approvato in Commissione si discosta da quello nazionale. Stop alla doppia conformità: che cosa significa e cosa cambia
Sassari «Il nostro obiettivo è semplificare la vita ai cittadini ma allo stesso tempo vogliamo sbarrare la strada a qualsiasi tentazione di speculazione edilizia». Con queste parole la presidente della giunta Alessandra Todde ha sintetizzato gli obiettivi del disegno di legge di riordino della normativa edilizia e urbanistica regionale. Il Salva Casa sardo, approvato martedì in commissione urbanistica, recepisce, solo in parte, il decreto del governo nazionale che nel luglio dello scorso anno ha introdotto una serie di semplificazioni in materia edilizia e urbanistica.
L'obiettivo dichiarato del provvedimento voluto dal ministro Matteo Salvini era rimuovere quegli ostacoli che determinano uno stallo nelle vendite degli immobili a causa di irregolarità formali. Il disegno di legge regionale ha fatto proprie quelle disposizioni che consentono ai cittadini di sanare piccole difformità edilizie.
Una delle novità più attese introdotte dal Salva Casa è lo stop alla doppia conformità. Per mettere in regola un immobile non sarà più necessario dover rispettare anche le norme in vigore al momento della domanda, ma basterà che ci sia la conformità alle normative urbanistiche attuali. Vengono modificati, rispetto al salva casa nazionale anche gli interventi di ristrutturazione e quelli di demolizione e ricostruzione.
Ad esempio, la realizzazione di un nuovo volume all'interno della sagoma esistente è considerata “ristrutturazione”, mentre fuori sagoma è “nuova costruzione”. Nel caso di demolizione e ricostruzione, se le dimensioni del lotto non permettono di rispettare le nuove distanze minime tra edifici o dai confini, la ricostruzione è comunque consentita rispettando le distanze preesistenti.
La semplificazione si estende anche agli interventi di edilizia libera, quelli cioè che non hanno necessità di permessi, ad esempio il posizionamento di pergotende con elementi retraibili. Le opere potranno essere consentite, ma senza determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso e dovranno avere caratteristiche tecnico-costruttive tali da ridurre al minimo l'impatto visivo.
La giunta, e successivamente la commissione urbanistica, ha invece deciso di non ridurre da 28 a 20 metri quadri della superficie minima per i monolocali.
«Per salvaguardare la dignità delle persone e delle famiglie – aveva affermato la presidente Todde presentando il disegno di legge quando venne approvato dall'esecutivo – non possiamo dare la possibilità di costruire case-loculo da parte di speculatori senza scrupoli». Questa impostazione ha quindi portato ad una delle modifiche più rilevanti rispetto a quanto previsto dal provvedimento del governo nazionale. E altrettanto importante è anche un'altra scelta diversa operata dalla giunta, quella che riguarda le altezze minime.
Rispetto al decreto Salvini, il testo approvato in commissione consente di sanare locali con altezza di 2,40 metri invece dei 2,70 prescritti, ma con alcune limitazioni che riguardano, ad esempio, le caratteristiche architettoniche tradizionali da tutelare e gli immobili realizzati sulla base di un titolo abilitativo legittimamente rilasciato. Ora la parola definitiva spetterà all'aula del Consiglio regionale che, presumibilmente nel prossimo mese di giugno, sarà chiamata ad approvare il disegno di legge. (ma.se.)