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Rapine ai portavalori in Sardegna: le modalità, i bottini e gli arresti degli ultimi dieci anni

Rapine ai portavalori in Sardegna: le modalità, i bottini e gli arresti degli ultimi dieci anni

Per gli investigatori si tratta di fenomeni criminali che si avvicinano per modus operandi e articolazione ad atti di terrorismo

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Sassari Era il 2016: gli agenti della Squadra Mobile di Cagliari, guidati da Alfredo Fabbrocini, avevano arrestato il presunto basista dell’assalto al portavalori messo a segno il 21 marzo 2014 lungo la Statale 131 a Serrenti, in provincia di Cagliari. Al nome di Giuseppe Levanti, 59 anni, una guardia giurata che lavorava alla Vigilanza Sardegna, si era arrivati dopo meticolose indagini che portarono al quartiere San Michele di Cagliari. Secondo gli inquirenti Levanti era l’uomo legato al commando con il compito di fornire dettagli su come aprire i furgoni blindati evitando che si mettesse in funzione lo schiuma block. A inchiodarlo erano state le intercettazioni telefoniche e ambientali. E anche per la rapina toscana dello scorso 28 marzo gli investigatori non escludono che «la talpa debba essere ricercata all’interno dell’istituto di vigilanza coinvolto nella rapina». Così come ipotizzato dalla Procura di Livorno.

Dal nord Sardegna, passando per il centro fino a raggiungere il Sulcis Iglesiente. Negli ultimi dieci anni c’è mancato davvero poco che ci scappasse il morto. Nel 2015, quando l’assalto della banda (poi sgominata nel 2016) fallì clamorosamente lungo la provinciale 2, fra Villamassargia e Carbonia, i carabinieri rischiarono di essere ammazzati dagli uomini che si erano rifugiati dentro la vegetazione di una stradina nelle campagne poco distanti dalle cave di Locci a Barbusi, dove venne prelevato un Dumper da usare per bloccare la strada. I titolari della cava furono tutti legati e imbavagliati. Dall’ottobre 2013 al marzo 2016, dalla rapina alla sede della Vigilanza Sardegna di Nuoro (14 ottobre 2013, con un bottino di 5 milioni di euro circa), al tentativo di assalto alla Mondialpol di Arzachena (27 luglio 2015), il colpo al portavalori della Vigilpol sulla statale 131 a Bonorva (1 settembre 2015, bottino 500 mila euro), le tentate rapine a portavalori a Siligo e Barbusi (il 23 novembre e l’1 dicembre 2015) e gli assalti falliti ad altri blindati Mondialpol (il 7 dicembre 2015 sulla Ardara-Siligo e il 21 dicembre 2015 sulla Olbia- Sassari).

Ventidue gli imputati delle ormai storiche rapine milionarie ai furgoni portavalori e ai caveau messi a segno dalla banda Olianas – “la Ditta” – finita poi in gran parte in carcere e che finanziava con azioni di stampo militare il traffico di droghe. Ancora da incastrare gli autori delle due rapine fotocopia fallite (la prima nel 2016, la seconda nel 2022) avvenute sulla statale 130, vicino a Musei. Stessa ora, stesso posto, identico Istituto di vigilanza “Sicurezza Notturna” che la seconda volta trasportava un milione e mezzo di euro. Quasi la stessa scena della rapina di sei anni prima, quando l’assalto coinvolse lo stesso istituto di vigilanza e i rapinatori presero in ostaggio l’autista del blindato, poi rilasciato in mezzo alle campagne di Villaspeciosa.

Nel 2016: alle 8 e 15: Due suv davanti al portavalori seguito da una Ford focus. La guardia giurata che guida il blindato si accorge che qualcosa non va. Guarda lo specchietto retrovisore e comincia a rallentare, mentre uno dei banditi armati di kalashnikov scende da una delle due auto ormai ferme in mezzo alla 130 e punta l’arma contro il portavalori della Sicurezza Notturna. L’autista del mezzo che trasporta un milione mezzo di euro ingrana la retromarcia, prende in pieno la Focus scatenando la reazione dei rapinatori che ingaggiano un conflitto a fuoco. Sparatoria, poi la fuga a bordo di un Suv. Il 31 maggio 2022, stessa scena del 2016. Quasi lo stesso posto, l'ultima al km 34, sei anni prima al km 40. Stesso blindato: quello della Sicurezza Notturna. La banda armata era riuscita a dileguarsi. A mani vuote. A Siligo, il 31 gennaio del 2024, l’assalto armato a tre furgoni portavalori sulla 131: bottino da un milione, 5 feriti e banditi in fuga. Fino all’ultimo colpo della Mondialpol di Sassari, 28 giugno 2024, che vale 12 milioni (11 milioni quello del 2016) con un’altra banda in fuga che ha messo a ferro e fuoco la città. Il commando di venti uomini agì «con ferocia e tattica militare». Fenomeni criminali che per gli investigatori si avvicinano, per modalità e articolazione, «ad atti di terrorismo». (ileniamura)

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