Bartolazzi: «Le cure oncologiche un diritto di tutti, anche degli over 80»
L’assessore parla dopo la bufera mediatica: «Stiamo cambiando il sistema, ma senza distinzioni. È una vita che mi batto affinché le terapie più innovative siano rese disponibili a tutti abbattendo i costi»
Cagliari Ad accendere la miccia è bastato un suo intervento a un convegno. Poi la notizia sulla presunta intenzione di suggerire lo stop alla somministrazione dei farmaci antitumorali più costosi ai pazienti ultraottantenni è deflagrata sui social e nei salotti politici, sollevando indignazione, timori, ma anche incredulità. Al centro della bufera, l’assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi e la sua presentazione, nei giorni scorsi, della nuova Rete oncologica sarda, occasione da cui sarebbe nata la frase choc a lui attribuita. Una ricostruzione dei fatti, secondo l’assessore, del tutto inesatta.
Assessore Bartolazzi, ma lei la frase incriminata l’ha detta o no?
«Quella frase sul blocco dei farmaci innovativi per gli anziani non è mai stata pronunciata. Nessun medico e nessun oncologo, men che meno io, può fare affermazioni di questo tipo. Le persone vanno curate tutte, nel miglior modo possibile, senza nessuna distinzione di età, censo, religione, eccetera. Ma le dico di più».
Prego.
«È da una vita che mi batto perché i farmaci più costosi vengano resi disponibili per tutti, abbattendo i costi. Già nel 2019, da sottosegretario, portai a Ginevra, all’Organizzazione mondiale per la sanità, una risoluzione italiana per l’abbattimento dei prezzi dei farmaci. Avevo lanciato un allarme preciso: se i prezzi non scendono, il rischio è che le cure diventino insostenibili per molti sistemi sanitari, con gravi conseguenze per i pazienti».
Può spiegare che cosa ha detto esattamente durante il convegno di Federsanità e in quale contesto è stata citata la questione dei costi delle terapie oncologiche per i pazienti anziani?
«Quello che è stato detto è che, a fronte di un’incidenza sempre maggiore delle malattie oncologiche, occorre puntare e investire sulla prevenzione e sull’abbattimento del costo dei farmaci, come ho anche ribadito durante il convegno, chiamando in causa i rappresentanti di un’importante multinazionale dei farmaci, la Novartis, presente in quel contesto. Il professor Gianni Amunni, responsabile e fondatore della Rete oncologica toscana e anche lui presente al convegno, con un suo comunicato ha condiviso pienamente la mia visione. Aggiungo che durante l’incontro non è emersa alcuna polemica. Crede davvero che, se veramente avessi detto frasi del genere, gli invitati sarebbero tutti rimasti in silenzio? E se davvero si cercavano ulteriori chiarimenti bastava chiedere delucidazioni. Le avrei date senza problemi, come sempre ho fatto. Ma penso anche altro».
Dica pure.
«Si preferisce sempre mettere a fuoco ciò che non va evitando di raccontare il grande lavoro che questo assessorato e la giunta Todde stanno facendo sulla sanità in Sardegna».
Nello specifico?
«Relativamente all’oncologia, in Sardegna si è finalmente cominciato a curare i pazienti attraverso la terapia Car-T, terapie cellulari per la cura dei linfomi, estremamente costose, mai utilizzate nell’Isola fino a oggi. Stanno iniziando i percorsi per introdurre terapie molecolari per malattie genetiche, come la talassemia, e proprio in questi giorni si è firmato al Parco tecnologico di Pula l'accordo per l'istituzione della Biobanca che oltre a impattare enormemente sulle pratiche di prevenzione aprirà la strada all’individuazione di nuovi target terapeutici e alla creazione di nuovi farmaci. Dal punto di vista clinico, poi, è stata riattivata l’ortopedia nel Sulcis e la chirurgia senologica a Nuoro ed è in corso la definizione di altri tre hub di senologia per rendere il servizio omogeneo in tutto il territorio regionale. Abbiamo approvato circa duecento delibere a tema sanitario da quando ci siamo insediati e poi la Giunta sta marciando a grandi passi anche nel supporto ai più deboli, mettendo a correre risorse concrete per l’assistenza sociale, per portare a termine il piano Pnrr per le case e gli ospedali di comunità, per il Reis, solo per fare pochi esempi ma molto importanti».
M5s a parte, si aspettava più solidarietà dalle forze dell’esecutivo?
«Una volta accertati i fatti, la solidarietà è arrivata da tutte le forze politiche di maggioranza e dalle istituzioni scientifiche, compresa l’Associazione italiana di oncologia medica».
Parlando della situazione isolana, perché oggi la Regione Sardegna deve sostenere con risorse proprie la spesa per farmaci innovativi, a differenza delle altre? Qual è l’origine di questa disparità?
«È dal 2006 che è così, quando la Sardegna scelse di pagare da sola la sua sanità. Ecco perché non abbiamo accesso al fondo 5% dell’Aifa per i farmaci innovativi. Ma anche su questo aspetto ci stiamo muovendo per negoziare per rendere fruibili anche in Sardegna le nuove terapie».
Lei ha accennato a un’interlocuzione già avviata con Aifa per superare questa situazione. A che punto è il confronto?
«Abbiamo registrato la piena disponibilità di Aifa ad approfondire il dialogo».
C’è stata anche una polemica sulla presunta “non sardità” del comitato scientifico che sostiene la Rete oncologica sarda. Come risponde a chi critica questa scelta?
«Il comitato scientifico è composto da oncologi sardi, quelli di cui parla sono consulenti dell’assessore, e voglio sottolineare che lavorano a titolo gratuito. Sono gli stessi specialisti a cui i sardi si rivolgono fuori regione. Non si comprende, quindi, perché professionisti di fama mondiale, disposti a dare un contributo gratuito all’oncologia sarda, facilitando l’accesso ai farmaci innovativi, pur in assenza di un Irccs (che è previsto dalla “riforma” approvata di recente) vanno bene quando ricevono i pazienti sardi negli ospedali continentali che dirigono, ma sono indesiderati quando danno supporto gratuito in casa nostra, alle nostre oncologie, alle sarde e ai sardi. Io qui ho un compito preciso: scardinare la mala gestione della sanità per far tornare la competenza, la professionalità, l’esperienza al servizio dei pazienti e non più rivolta solo a chi può pagare».
Qual è oggi lo stato della Rete oncologica sarda e quali sono i prossimi passi concreti per potenziarla e migliorare la presa in carico dei malati?
«La rete oncologica sarda è stata completata. È una rete inclusiva che renderà omogenei, su tutto il territorio, le terapie oncologiche, mediche e chirurgiche, prendendo in carico il paziente e seguendolo nel follow up. I prossimi passi saranno quelli di definire le attività oncologiche di ciascun centro e costruire le reti per ciascun specifico tumore, così da orientare il paziente nei centri più adeguati per le sue esigenze».
Quale messaggio vuole lanciare ai cittadini sardi?
«Che devono stare tranquilli. Armando Bartolazzi sarà sempre al loro fianco come fa da 45 anni come medico e come assessore. Noi stiamo cambiando le cose. Ci vorrà tempo. Per 5 lunghi anni chi ha governato ha pensato solo a se stesso. Noi stiamo cambiando direzione, a partire dal commissariamento appena approvato. Questa giunta, e soprattutto la mia persona, saranno sempre al fianco dei cittadini. Perché la difesa della sanità pubblica e dell’accesso universale alle cure, non è solo una battaglia del M5S e della presidente Todde, ma è anche la mia. Da sempre».