La Nuova Sardegna

Urbanistica, la polemica

Salva casa, Todde e Comandini attaccano Salvini: «20 metri quadri? Non sono una casa ma un posto auto»

Salva casa, Todde e Comandini attaccano Salvini: «20 metri quadri? Non sono una casa ma un posto auto»

I due presidenti sulle “ingerenze” del ministro: «Grazie per la lettera, ma non si permetta più di interferire nelle nostre scelte»

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Cagliari «No alle ingerenze di Salvini»: la presidente della Regione Alessandra Todde e del consiglio regionale Piero Comandini contestano le affermazioni del ministro a proposito del salva casa. «E’ molto grave che un Ministro della Repubblica intervenga su un provvedimento regionale, tra l’altro ancora in itinere, facendo rilievi in materia di edilizia, dove la Sardegna ha competenza primaria. È un fatto senza precedenti, nessun esponente del Governo nazionale ha cercato mai di interferire nella nostra storia autonomistica».  Todde e Comandini esprimono preoccupazione per la lettera che hanno ricevuto dal Ministro delle infrastrutture sul testo appena licenziato dalla Commissione consiliari.  

Le osservazioni presentate dal ministro Salvini riguardano due questioni. La prima è quella del mancato recepimento della riduzione dei limiti di altezza dei locali che da 2,70 metri può arrivare fino al limite massimo dei 2,40 metri, al fine di consentire al progettista abilitato di asseverare la conformità del progetto alle norme igienico sanitarie. La seconda osservazione di Salvini riguarda il mancato recepimento da parte della Commissione del nuovo limite di metri quadri necessario per ottenere l’abitabilità:  lo standard dimensionale dell’alloggio monostanza  (monolocale) può arrivare fino al limite massimo dei 20 metri quadri per una persona e di 28 metri quadri per 2 persone.

«Anziché studiare provvedimenti per cercare di arginare il caro-affitti, il rimedio che il Governo propone è quello di consentire l’abitabilità a dei veri e propri loculi in cui dovranno andare ad abitare le persone che non si possono permettere di pagare una casa degna di questo nome. Pensare che un locale di 20 metri quadri, alto 2,40 metri, possa essere equiparato a una dimora, è semplicemente una follia. Per questo la Regione e il Consiglio regionale sono intervenuti sulle norme del Salva casa, per restituire dignità alle persone», commenta Alessandra Todde.

«Questo rilievo fatto dal Ministro –  aggiunge Comandini – è insussistente in quanto la Commissione consiliare, ha sostanzialmente recepito il principio, declinandolo meglio attraverso una disciplina di dettaglio più armonica al fine di consentirne la massima applicazione nei vari contesti regionali». «Le norme, specie quelle urbanistiche, devono essere calate nei territori. E i territori italiani sono molto diversi tra loro», spiega Todde, che poi specifica: «Le nostre città, i nostri paesi, sono pieni di case inutilizzate, anche nuove, il problema del consumo di suolo con ulteriori costruzioni non si pone. Così come non è una questione di nuove tecniche costruttive per la realizzazione dei micro-appartamenti: semplicemente 20 metri quadri non possono essere definiti casa, ma una stanza dove far stare letto, cucina e servizi igienici. Per intenderci, 20 metri quadri sono equiparabili a un posto-auto».

«La Quarta Commissione – spiega Comandini – ha ritenuto opportuno di non recepire la disposizione. La nostra Regione essendo dotata di competenza primaria in materia di edilizia, è tenuta, al solo recepimento delle norme fondamentali delle riforme economico sociali e che in tale caso lo standard dimensionale minimo dell’alloggio monostanza non costituisce una norma fondamentale di riforma economico sociale». «Ringraziamo il Ministro per la lettera – concludono i due presidenti – ma solo la nostra Assemblea può modificare il provvedimento licenziato dalla Commissione in totale autonomia».

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