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Pasta, pane e latte, aumenti choc: a Sassari e Cagliari i prezzi più alti d’Italia- TUTTI I NUMERI

Pasta, pane e latte, aumenti choc: a Sassari e Cagliari i prezzi più alti d’Italia- TUTTI I NUMERI

I rincari a partire dal 2022, nell’isola un chilo di pasta in vendita a 4,7 euro

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Sassari Negli ultimi tre anni i prezzi dei beni alimentari essenziali per la dieta degli italiani - pane, latte e pasta - hanno registrato aumenti record, mettendo sotto pressione i bilanci delle famiglie. Dal 2022 al 2025 il pane è rincarato fino al 62%, il latte fino al 20% e la pasta ha toccato un +38% in un solo anno. Alla base della corsa dei prezzi ci sono la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la siccità nei Paesi esportatori di grano, l'impennata dei costi di produzione e la speculazione sui mercati delle materie prime. I prezzi variano di città in città, con il dato choc della Sardegna: a Sassari e Cagliari la pasta è la più cara d’Italia.

Nel 2024 e nel 2025 i prezzi si sono stabilizzati, ma senza tornare ai livelli pre-crisi: oggi un chilo di pane costa in media tra i 4,5 e i 5,5 euro. Nel 2024 e all'inizio del 2025, il latte crudo ha toccato i 65,3 euro per 100 chili, portando il prezzo al dettaglio a 2,10-2,30 euro al litro, circa il 15-20% in più rispetto al 2022. Il prezzo della pasta è arrivato a circa 1,7 euro al chilogrammo. È quanto segnala un report del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale nonostante una lieve stabilizzazione nel 2024-2025, i livelli pre-crisi restano lontani.  

Il pane  Il 2022 ha segnato un punto di svolta: i prezzi sono aumentati in media del 13-18% rispetto all'anno precedente, arrivando a costare tra i 3,2 e i 4,2 euro al chilo, con punte estreme in città come Ferrara, dove si sono toccati i 9,8 euro al chilo. Nel 2023 la tendenza è proseguita, con incrementi del 7-10% in città come Genova, Milano, Firenze e Torino, portando il prezzo medio a circa 4,20 euro al chilo per il pane di grano tenero e 5,33 euro per quello integrale. Rispetto al 2012, il pane è diventato più caro del 62%, un balzo impressionante. 

Il latte ha seguito un percorso simile. Nel 2022 il prezzo del latte fresco è aumentato di circa 30 centesimi al litro in poche settimane, passando a 1,80-2,00 euro al litro. Prodotti derivati come il burro hanno visto rincari ancora più marcati, con aumenti del 22% rispetto al 2021. Nel 2023 il latte crudo spot ha raggiunto i 60,8 euro per 100 chili, e al dettaglio il prezzo si è stabilizzato tra i 2,00 e i 2,20 euro al litro, con un incremento del 10-12% rispetto all'anno precedente. Nel 2024 e all'inizio del 2025, il latte crudo ha toccato i 65,3 euro per 100 chili, portando il prezzo al dettaglio a 2,10-2,30 euro al litro, circa il 15-20% in più rispetto al 2022. A incidere sono stati i costi dei mangimi, aumentati del 56%, e l'energia, ma anche la dipendenza italiana dall'importazione del 16% del fabbisogno di latte, resa più complicata dalle difficoltà della supply chain. Inoltre, l'8% delle stalle italiane è a rischio chiusura, riducendo ulteriormente la produzione interna.

La pasta simbolo della cucina italiana, non è stata da meno. Nel 2022 il suo prezzo è cresciuto del 38%, passando da 1,10 euro al chilo a 1,40-1,52 euro. A gennaio 2022, un pacco di spaghetti Barilla costava in media 1,64 euro al chilo, il 28% in più rispetto al 2019. Il picco è arrivato tra aprile e agosto 2023, quando il prezzo medio ha raggiunto 1,76 euro al chilo, con città come Cagliari che hanno visto prezzi massimi di 4,7 euro al chilo. Nel 2024 i prezzi sono leggermente scesi, attestandosi a 1,62 euro al chilo, ma restano comunque più alti del 23% rispetto al 2021. Le promozioni nei supermercati, con risparmi medi del 20%, e l'aumento degli acquisti nei discount, con risparmi fino al 37%, hanno aiutato i consumatori a contenere la spesa. A spingere i rincari sono stati il costo del grano duro, cresciuto del 70% tra il 2021 e il 2022, i costi energetici per la produzione e la dipendenza dall'importazione del 40% del grano duro, soprattutto dal Canada. Gli aumenti hanno avuto un impatto significativo sulle famiglie italiane. Nel 2022, il 58% delle famiglie ha ridotto i consumi alimentari, con cali più marcati per carne e pesce, ma anche pane, latte e pasta hanno subito una flessione dell'1,2%. Quasi la metà dei consumatori ha iniziato a cercare prodotti in offerta o prossimi alla scadenza, e gli acquisti nei discount sono cresciuti dell'11,9%. Le famiglie a reddito medio-basso sono state le più colpite, con 4,5 milioni di italiani che hanno rinunciato a cure mediche per motivi economici, un segnale preoccupante di crescente povertà alimentare. A livello geografico, i prezzi variano: città come Ferrara, Milano e Firenze sono tra le più care per il pane, mentre Napoli e Messina offrono prezzi più contenuti; per la pasta, Cagliari e Sassari registrano i costi più alti, mentre Messina e Siracusa restano più economiche.

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