Il Salva-casa in discussione in Consiglio regionale con l’incognita decadenza
Le opposizioni pronte a votare la legge che recepisce il provvedimento nazionale se in aula non arriverà un testo blindato
Cagliari Si può andare avanti come se nulla fosse dopo una nitida sentenza di primo grado e col rischio che il prossimo passaggio giudiziario, l’Appello, diventi quello definitivo? La politica regionale ci prova, sapendo che il prossimo autunno, non il prossimo anno, potrebbe vedere emessa la sostanziale parola “fine” a questa legislatura. La coppia di sentenze di Corte Costituzionale e di appello potrebbe arrivare entro ottobre. Se la prima non fosse favorevole alla Regione e la seconda confermasse il giudizio di primo grado, non resterebbe che la Cassazione prima di pronunciare lo sciogliete le righe.
Da qui all’autunno vanno affrontati importanti dossier, con atti e decisioni delicate, dalla nomina dei vertici Asl, alla gestione del bandi per la continuità, al rapporto con gli Enti Locali, al nuovi sistema di incentivi alle imprese. Su come verranno affrontati, impossibile prevederlo. C’è però un tema, che tra undici giorni arriverà in aula in Consiglio regionale e servirà a tracciare la rotta: la legge che recepisce il Salva-casa.
A differenza delle leggi su aree idonee e sanità, il confronto in Commissione Assetto del Territorio è stato più sereno: tra i partiti sono stati individuati punti comuni, che in teoria potrebbero portare se non al voto unanime dell’aula, quantomeno all’astensione delle opposizioni. La sola incognita è l’atteggiamento della giunta. Chiederà alla sua maggioranza, motivandola con ragioni tecniche, una fiducia incondizionata su un testo “blindato”? Oppure si dichiarerà aperta a modifiche?
Le opposizioni, confessano di essere disponibili al dialogo, ma non a tutti i costi. «Se il provvedimento non sarà blindato, noi ci siamo – ribadisce il vicepresidente della commissione Franco Mula (FdI) – perché su questa legge non serve testardaggine, da entrambe le parti. Una legge di parte potrebbe essere impugnata, e questo non serve alla Sardegna. Però non accettiamo il metodo che la giunta e la presidente hanno imposto su aree idonee e sanità. Il Consiglio deve tornare ad essere luogo di confronto, non un passacarte di decisioni altrui».
Mula non lo dice, ma le opposizioni confidano anche nell’uso di tutti gli strumenti consiliari per presentare una legge di recepimento del Salva-casa condivisa. Il clima in aula, il confronto, le stesse votazioni della legge sul Salva-casa saranno la cartina di tornasole dei rapporti tra presidente e sua maggioranza e tra schieramenti. Le rinnovate accuse delle opposizioni alla Todde fanno capire che, usando una metafora venatoria, “i cani hanno sentito l’odore della preda”.
Così si spiegano le parole molto nette pronunciate dai vertici in Consiglio di Forza Italia, che parlano di «immobilismo istituzionale che ha superato ogni soglia di tollerabilità. In una fase in cui decisioni rapide e precise sono fondamentali per affrontare l’attuale crisi economica, sociale e amministrativa che investe l’isola, ci ritroviamo invece impantanati in un teatrino politico sempre più grottesco. La sentenza del Tribunale limpida e netta certifica gravi irregolarità nei rendiconti per le spese elettorali. Non è il centrodestra ad averle commesse e non è il centrodestra che si rifiuta di prenderne atto. È la presidente Todde a voler restare incollata alla poltrona, invocando un consenso “percepito”, come se la democrazia si misurasse a pelle e non con il voto». Tra dieci giorni si capirà da che parte saranno erette eventuali barricate.(gcen)