Gang e malamovida: nelle città dell’isola è allarme sicurezza- LE REAZIONI DEI SINDACI
Problemi di ordine pubblico a Sassari, Olbia e Cagliari, nel fine settimana aumentano gli episodi di violenza
Sassari Gang che si affrontano in strada come fossero in un film di Scorsese, quartieri tenuti in ostaggio da organizzazioni mafiose, ragazzini strafatti che trasformano i fine settimana in gare di sballo, rider che si sfidano a singolar tenzone per accaparrarsi un ordine, turisti che perdono il senno e scambiano bar e ristoranti per ring in cui “vale tutto”. Non c’è molta differenza tra i fatti che hanno acceso le notti, e i giorni, di San Donato, a Sassari, e quelli di via Sassari e Piazza del Carmine, a Cagliari. Così come non è diverso quello che accade nei locali del lungomare di Alghero e in quelli del centro di Olbia. Le sirene delle ambulanze si sostituiscono alla musica, le risse prendono il posto delle feste e l’auspicato relax del fine settimana si trasforma nell’immancabile caos della malamovida. Un cocktail di pericolose consuetudini che genera effetti disastrosi. I più evidenti e rapidi li pagano le vittime delle aggressioni, quelli che per il momento sono finti in ospedale ma che, se la follia del weekend e la rabbia delle gang non dovesse trovare un freno, potrebbero anche pagare conti più salati. Ci sono poi tutte le persone che rinunciano alla vita di quartiere perché terrorizzate dall’andazzo generale, che non si lamentano perché se lo facessero dovrebbero come minimo fare attenzione a dove parcheggiano l’auto. Per non parlare di tutte le persone che quando la notte ritornano a casa da sole, affrettano il passo, stringono in mano lo spray al peperoncino, parlano al telefono (anche se spento) e contemporaneamente pregano che gli sguardi interessati che ricevono non diventino qualcosa di più grave. Un parte del conto, infine, si paga in “diritti d’immagine”. Perché sapere che una città non è sicura, o che in alcuni quartieri o zone si vive in balia degli eventi, non è certo un buon biglietto da visita. In assenza di un assessorato regionale all’Interno, in campo non possono che scendere i sindaci. Ognuno di loro ha una ricetta per affrontare la situazione, alcuni hanno già avviato iniziative e interventi. Ognuno con le sue buone intenzioni, ognuno con le sue strategie. A volte, l’intervento funziona. Altre volte, no. E il problema rimane, tanto che ormai si parla di emergenza sociale, di città insicure e di ordine pubblico fuori controllo. Ed è un bene, a patto che non lo faccia solo il lunedì per poi aspettare il weekend successivo e ricominciare dall’inizio.