Attivista di Cagliari pro Palestina fermato e rilasciato al Cairo
Andrea Usala era in Egitto per partecipare alla Global march to Gaza
Sassari È stato bloccato poco dopo essere atterrato all’aeroporto del Cairo, il cagliaritano Andrea Usala, arrivato in Egitto per partecipare alla Global March to Gaza, l’imponente manifestazione pro Palestina che si propone l’obiettivo di raggiungere il valico di Rafah, e prevista per il 15 giugno. Usala, 25 enne studente della scuola Holden è stato fermato insieme alla sua collega Vittoria Antonioli Arduini, 21enne di Torino, con cui viaggiava.
Per i due attivisti l’incubo è iniziato intorno alle 4.30 del mattino di ieri, quando, appena sbarcati dall’aereo, i due sono stati intercettati dalle autorità egiziane, e senza alcun giustificazione sono stati portati in una stanza dell’aeroporto. Insieme ai due sono state identificate anche le delegazioni italiane e spagnole, ed altre persone provenienti da tutta Europa: «In aeroporto con noi c’erano francesi, olandesi, spagnoli e tedeschi. Non ci facevano uscire dalla stanza, ci hanno ritirato immediatamente i documenti, e ci hanno impedito di andare al bagno e prendere da mangiare» racconta lo stesso Usala, raggiunto telefonicamente mentre si trova ancora nella capitale egiziana. «Inoltre avevamo una schiera di soldati con i manganelli pronti a colpirci, un ragazzo algerino è stato ferito alla testa» prosegue.
Durante la mattinata di ieri è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Per quanto riguarda la situazione al Cairo, il nostro consolato sta accudendo tutti gli italiani che sono stati bloccati, e che dovevano partecipare a questa marcia verso Gaza che non è stata autorizzata. Comunque, sia l’ambasciata sia il consolato al Cairo sono in continuo contatto con i nostri concittadini e c’è una delegazione del consolato e una delegazione dell’ambasciata in aeroporto».
Dopo alcune ore il cagliaritano è stato rilasciato dalle autorità, e ha potuto raggiungere la delegazione italiana. Diversa sorte è toccata alla collega Vittoria: «Lei è stata messa su un aereo ed è stata rimpatriata, spero raggiunga al più presto casa» spiega l’attivista.
Per lo studente stanno avvenendo delle vere e proprie deportazioni, per impedire alle persone di partecipare alla marcia: «Ieri alle due di notte le autorità egiziane sono entrate negli hotel e hanno portato gli attivisti in aeroporto per essere rispediti nei rispettivi paesi d’origine» spiega il giovane. Tanta la preoccupazione anche per i familiari del 25enne: «Abbiamo immediatamente contattato il consolato non appena nostro figlio ci ha avvisato della situazione – racconta Antioco Usala, padre dell’attivista ed ex sindacalista della Cgil -. Non capiamo il motivo per cui sono stati fermati, probabilmente hanno cercato di colpirne uno per educarne cento, per incutere timore a chi si sta dirigendo nella zona per partecipare alla manifestazione».
Sulla questione è intervenuta anche la scuola Holden, di cui fanno parte i due studenti, con un comunicato: «La Scuola Holden esprime forte preoccupazione per la loro situazione e auspica che con il contributo di tutte le autorità competenti la situazione si risolva nel più breve tempo possibile».
Le intenzioni dello studente però non cambiano: «Rimarrò qui almeno fino al 15, per capire cosa succederà e per stare insieme a tutte le delegazioni. La manifestazione è dichiaratamente pacifista e non violenta, e non c’è giustificazione a quello che sta accadendo. C’è un clima teso e spero, visto quello che ci è successo, che la situazione possa in qualche modo stabilizzarsi».