La Nuova Sardegna

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In Veneto

Ex ufficiale della Brigata Sassari ucciso nel sonno dal figlio

di Nadia Cossu
Ex ufficiale della Brigata Sassari ucciso nel sonno dal figlio

Francesco De Felice, 56 anni, sposato con una sassarese, era in congedo da poco più di un mese

20 novembre 2022
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Sassari La Sardegna, e Sassari in particolare, le aveva nel cuore. E non solo perché in città aveva trascorso una parte della carriera, in servizio alla Brigata Sassari, ma perché qui aveva anche sposato la donna della sua vita, Adriana Scano, che poi sarebbe anche diventata la madre dei suoi due figli. Il colonnello dell’Esercito Francesco De Felice (56 anni, in congedo da poco più di un mese) ucciso mercoledì scorso dal figlio 24enne nella loro casa di Vittorio Veneto (in provincia di Treviso) era approdato a Sassari negli anni Novanta. Aveva appena terminato l’accademia ed era stato uno dei più giovani ufficiali a uscire dalla Nunziatella con il grado di tenente, aveva 26 anni quando era entrato nella caserma Gonzaga. In quel periodo era stato comandante di compagnia nei fucilieri assaltatori. E a Sassari era stato anche dal 2002 al 2010 in servizio operativo sempre alla Brigata. Ma tra gli incarichi in Sardegna c’era stato anche quello di comandante del battaglione a Perdasdefogu. Per questo la notizia della sua morte ha lasciato sgomenti in città quanti di lui avevano conservato il ricordo di un uomo di altissimo valore, umano e professionale.

De Felice, originario di Livorno, arruolato nella Folgore era stato in missione in Somalia, poi era rientrato a Livorno con un passaggio nel 187esimo reggimento e un altro a Siena nel 186esimo. Una volta raggiunto il grado di colonnello era stato aggregato al Cimic, un reparto multinazionale interforze specializzato nella cooperazione civile-militare. In Sardegna Francesco De Felice tornava spesso con la sua famiglia. E anche con il figlio Riccardo – 24 anni, una laurea in Filosofia – che ultimamente aveva manifestato un disagio psichico che aveva preoccupato molto i genitori. Tanto che avevano già fissato una visita da uno psicologo. Ma non c’è stato il tempo perché nella notte tra martedì 15 e mercoledì 16 novembre Francesco De Felice è stato colpito sul divano di casa sul quale si era assopito.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti il colonnello sarebbe stato aggredito prima con una barra per trazioni (di quelle che si usano per gli allenamenti in palestra) e poi sarebbe stato raggiunto alla gola da varie coltellate. A scoprire il corpo ricoperto di sangue sarebbe stata proprio la moglie Adriana che ha chiamato subito i carabinieri. I militari hanno trovato il 24enne sul pianerottolo di casa, in stato confusionale. Lo hanno accompagnato in caserma dove ha reso spontanee dichiarazioni al sostituto procuratore Davide Romanelli, al quale avrebbe confessato di aver ucciso il padre. In preda a una sorta di delirio psicotico avrebbe detto agli investigatori che Francesco De Felice non era il suo vero padre, ma un uomo che aveva ucciso quest’ultimo prendendo il suo posto. Un chiaro sintomo di una condizione psichica molto precaria. Da qualche tempo il ragazzo aveva iniziato a manifestare un disagio che a quanto pare, nell’ultima settimana, era velocemente degenerato in comportamenti anomali e preoccupanti. Per questo i genitori si erano subito attivati e infatti proprio mercoledì mattina, giorno dell’omicidio, Riccardo avrebbe dovuto avere il primo appuntamento dallo psicologo.

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