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Porto Torres, pannelli fotovoltaici galleggianti in mare: «Bisogna valutare l’impatto»

di Gavino Masia
Porto Torres, pannelli fotovoltaici galleggianti in mare: «Bisogna valutare l’impatto»

Prime reazioni al progetto presentato da Ep

29 gennaio 2023
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Porto Torres Il progetto per la realizzazione di un parco fotovoltaico offshore nel golfo dell’Asinara è ancora al vaglio degli Enti competenti per la sua eventuale autorizzazione. Ma, nel frattempo, sulla proposta formalizzata da Ep Fiume Santo e anticipata ieri dalla Nuova arrivano le prime reazioni.

«Impianti eolici e fotovoltaici sono imposti dalle misure per la transizione energetica – ricorda il presidente del Cips Valerio Scanu - ma la Sardegna non può stravolgere il suo paesaggio, in mare o sulla terraferma, che deve essere tutelato. Il Consorzio ha limitato la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici perché portano vantaggi economici solo a chi li realizza. Stiamo invece programmando azioni per favorire le comunità energetiche, per garantire risparmi per tutti. Si rischia di diventare una vasta servitù energetica al servizio della nazione e delle multinazionali. Quando Bruxelles e Roma chiamano la Sardegna è presente. Quando la Sardegna rivendica i propri diritti, le motivazioni per i no si sprecano». Per il segretario generale della Cisl di Sassari, Pierluigi Ledda, «il primo elemento di valutazione riguarderà gli impatti in termini di assunzioni e di posti di lavoro dei quali abbiamo enorme bisogno. Il Nord Sardegna ha maturato storicamente una forte vocazione industriale che in questi anni è stata mortificata dal disimpegno sulla chimica. Resta prioritario il rilancio dell'industria e quindi vorremmo capire bene come questo investimento si inserisce nei progetti di rilancio dell’area industriale di Porto Torres. Daremo il nostro contributo ma gli investimenti anche in questo campo dovranno inserirsi nelle strategie del territorio con evidenti vantaggi e non mera servitù».

E per Giovanni Tavera, segreteria regionale Uiltec, «l’attenzione del territorio deve essere rivolta al destino post 2025 della centrale di Fiumesanto e dei lavoratori diretti e indiretti e al destino energetico/industriale dell’intera Isola. Un indirizzo da contemplare anche nelle logiche industriali dei player presenti e futuri del territorio, conservando un approccio che guardi ad una programmazione industriale di medio periodo, elemento sconosciuto e assente dall’agenda della Regione, che vada al di là degli incentivi spot governativi e europei. Possibili nuove realtà rinnovabili non ci vedono contrari se sono inseriti in un logica di tutela occupazionale dell’esistente».

Per Giuseppe Alesso, presidente del comitato “Tuteliamo il Golfo dell’Asinara” «il ricorso ad energie rinnovabili è positivo perché corrisponde ad un minor utilizzo di fossili e di emissioni di gas serra e sostanze dannose per la salute umana. Mentre altri territori, che beneficiano come noi della corrente elettrica, alzano barricate persino per pale eoliche che risultano quasi invisibili all’orizzonte, il nostro territorio da decenni paga il prezzo ambientale di una centrale termoelettrica senza alcuna compensazione».

Inifne il segretario cittadino del Psd’Az, Adriano Solinas : «É finito il tempo dei progetti calati dall’alto e senza nessuna condivisione. Spetta ai cittadini sardi, attraverso i propri rappresentanti, decidere».
 

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