La Nuova Sardegna

Sassari

Week end

La banda della Brigata Sassari inaugura Monumenti aperti: la mappa dei siti


	La banda della Brigata Sassari&nbsp; <em><strong>(foto e video Ivan Nuvoli)</strong></em>
La banda della Brigata Sassari  (foto e video Ivan Nuvoli)

La cerimonia in piazza Castello, cinque gli itinerari e tantissimi i luoghi visitabili, fra novità e conferme

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Sassari La città mette in mostra i suoi tesori con l’atteso week-end dedicato a Monumenti Aperti in programma oggi, sabato 3 maggio, e domani, domenica 4. “Dove tutto è possibile”, è il titolo scelto da Imago Mundi per l’edizione 2025 di un’iniziativa che torna a Sassari per la 19° volta, con l’inaugurazione ufficiale che si è svolta 16.30 in piazza Castello, alla presenza della banda della Brigata Sassari, del generale Stefano Messina e del sindaco Giuseppe Mascia. 

I monumenti saranno visitabili oggi dalle 17 alle 21 e domani dalle 10 alle 21. Come ogni anno, non mancano le novità. Tra queste, il ritorno al Museo “Sanna”, alla Pinacoteca Nazionale e al Centro di Restauro e Conservazione dei Beni Culturali di Li Punti, all’Episcopio della Diocesi che riapre dopo i lavori di restauro, al Villino Ricci tra viale Dante e via Asproni, alla Miniera dell’Argentiera e alla Frumentaria.

Debutto assoluto per le visite al pubblico nell’ex Convento di via Sebastiano Satta, nell’Archivio Storico del liceo Castelvì, nei locali dell’Ex-MaTer e dell’Ex Colonia Campestre, nella Basilica del Sacro Cuore, oltre al percorso curato dall’Istituto Comprensivo Monte Rosello Alto e al compendio ferroviario di viale Sicilia.

Sono quarantasette i siti, cinque gli itinerari. All’interno del percorso “Nel cuore del centro storico” sono inseriti alcuni dei monumenti cittadini più significativi: Palazzo Ducale, la Cattedrale di San Nicola, il Museo Diocesano, l’Archivio storico diocesano, le chiese di San Michele e San Giacomo, il Palazzo dell’Insinuazione e il Palazzo di Città. Novità del 2025 la Pinacoteca Nazionale e l’ex Convento di via Sebastiano Satta.

La scoperta del centro storico prosegue con il percorso “Dentro le mura”: ad aprire le porte l’Infermeria San Pietro, la chiesa di Sant’Andrea, la Fontana di Rosello, Palazzo Quesada di San Sebastiano – sede del Circolo Sassarese, Palazzo d’Usini – sede della biblioteca comunale, Casa Tomè – che attualmente ospita la Scuola civica di musica, il Palazzo dell’Università e il Seminario Arcivescovile con la Biblioteca Diocesana. Novità 2025 sono il Palazzo della Frumentaria, recentemente aperto per le giornate del Fai, e l’Episcopio dell’Arcidiocesi.

Si prosegue “Oltre le mura” con la città ottocentesca e i quartieri adiacenti al centro storico, con palazzi e monumenti di grande pregio come la Sala Siglienti del Banco di Sardegna, il visitatissimo Museo Storico della Brigata Sassari, il Palazzo della Provincia con la stanza della Regina e la Sala Sciuti, il Palazzo Giordano Apostoli, la sede della Fondazione di Sardegna in via Carlo Alberto, la Biblioteca universitaria, la Casa Cugurra, la scuola elementare di San Giuseppe, Villa Sant’Elia, il Padiglione “Eugenio Tavolara” e il Polo museale Santa Maria di Betlem. Novità 2025 il Museo Sanna, l’Archivio Storico del Liceo Castelvì e il villino Ricci.

Il percorso “Città e territorio, tra storia e natura” riunisce i luoghi della cultura e i monumenti situati nei quartieri periferici e nell’agro: saranno aperti al pubblico il Mnuiss – museo di Ateneo dell’Uniss, la chiesa della Madonna di Montserrat, il Mas.Edu, il santuario di Nostra Signora del Latte Dolce, le chiese campestri di Sant’Orsola e di San Francesco, Monte d’Accoddi. Aprono i battenti per questa edizione l’Ex MaTer, l’ex Colonia Campestre a Cappuccini, la Basilica del Sacro Cuore, il complesso ferroviario di viale Sicilia e la scuola di via Pavese, il Centro di Restauro di Li Punti e la Miniera dell’Argentiera. Debutto anche per l’Orto botanico dell’università, adiacente al museo scientifico che si estende per circa 2,5 ettari e si compone di 121 aiuole tematiche. L’area di Lu Regnu, peraltro, ospita una zona archeologica inestimabile: dall’orto botanico partono i resti dell’acquedotto che convogliava le acque fino a Turris Libissonis.

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