La Nuova Sardegna

Sassari

La scoperta

Trovato un teschio a Ploaghe: potrebbe essere di uno degli scomparsi dalle Rsa

di Davide Pinna

	Le ricerche di Guido Manca nel 2017 nelle campagne di Ploaghe
Le ricerche di Guido Manca nel 2017 nelle campagne di Ploaghe

Una delle ipotesi è che appartenga al corpo di Guido Manca o Gianni Pittui, che si erano allontanati dalle comunità protette della Fondazione San Giovanni Battista

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Ploaghe Un teschio che spunta fuori dalla terra appena smossa dal trattore, la macchina delle indagini che si mette in azione, l’amara speranza di chiudere una volta per tutte una storia dolorosa, quella di chi soffre perché non sa più nulla di un proprio caro, scomparso senza lasciare alcuna traccia. Ci vorrà del tempo, prima che dalle analisi medico-legali arrivi qualche elemento concreto, ma il ritrovamento di un teschio umano nelle campagne fra Ploaghe e Codrongianos, sabato mattina, riaccende i fari su vicende come quelle di Guido Manca e Gianni Pittui, due anziani scomparsi da una delle comunità protette che si trovano in paese, gestite dalla Fondazione San Giovanni Battista.

Il ritrovamento Tutto è accaduto sabato in località Badianu, regione al confine fra i Comuni di Ploaghe e di Codrongianos. Sono più o meno le 13, l’agricoltore ploaghese Tore Pirastru sta lavorando i suoi terreni con il trattore. Si trova al di là di un piccolo ruscello che segna il confine fra i due paesi, in agro di Codrongianos. «Ho visto qualcosa di bianco spuntare dalla terra, ma all’inizio ho pensato che potesse essere il teschio di una pecora e ho continuato a lavorare». Quando il trattore ha fatto inversione, Pirastru si è ritrovato il teschio davanti: «Allora mi sono reso conto che aveva l’arcata dentale superiore, non poteva essere di una pecora: e quando mi sono avvicinato mi sono accorto che la forma era quella di un cranio umano».

L’allevatore ha subito allertato il 112 e il cranio è stato preso in consegna dai carabinieri della stazione di Ploaghe. Così come un altro osso ritrovato nel terreno poco distante anche se, in quel caso, l’ipotesi più accreditata è che si tratti davvero dei resti di una pecora. «Non è stata certamente una scoperta piacevole, ma so di aver fatto quello che era giusto fare» dice Pirastru. Anche il suo pensiero, come quello di tutti quelli che hanno saputo del ritrovamento, è andato ai due uomini scomparsi, Guido Manca nel 2017 e Gianni Pittui a settembre scorso, dopo aver lasciato la comunità in cui si trovavano.

Svaniti nel nulla Basta uno sguardo veloce alle mappe, per rendersi conto che con una camminata di un’ora si possono percorrere i 4 chilometri e mezzo che separano il complesso della Fondazione dal luogo dove è stato ritrovato il teschio. Ma quel teschio potrebbe essere arrivato fin lì anche da parecchio lontano, trasportato magari da un cane, come tanti ne girano nelle campagne dell’isola. Bisognerà attendere gli esiti degli accertamenti medico-legali disposti dalla procura della Repubblica di Sassari per capire se quelle ossa possano appartenere a uno dei due uomini. Il sassarese Guido Manca aveva 69 anni quando scomparve dalla comunità psichiatrica di Ploaghe Il Gabbiano Blu dove era stato inserito appena cinque giorni prima, il 25 settembre del 2017. «Il 24 settembre stava giocando a carte con l’unico operatore presente in struttura, comunicò che sarebbe andato a dormire, al piano di sopra, cosa che fece senza essere accompagnato – ha raccontato il figlio Roberto poche settimane fa -. In realtà uscì dal cancello principale, dormendo, in situazioni di fortuna, lì intorno». L’allarme scattò solo l’indomani, nel frattempo si scoprì che era entrato nella vicina comunità di neuropsichiatria dove aveva preso un caffè e chiacchierato con due dottoresse, ignare della sua fuga. Da allora di lui non si è saputo più niente e fra due anni ne verrà dichiarata la morte presunta.

Gianni Pittui, pensionato di Florinas, invece è scomparso il 14 settembre di quest’anno da una Rsa, la comunità L’Ancora. Le ultime tracce che ha lasciato sono nella stazione di Ploaghe, dove è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza: indossava un pantalone di pigiama blu, una polo blu e un paio scarpe sportive blu ed era senza documenti, danari e telefonino. La speranza era che avesse preso il treno, come capitato in passato ad altri anziani in fuga, ma nonostante l’imponente mobilitazione delle ricerche, anche sulla sua vicenda è calato il silenzio. Ma i due casi sono solo i più eclatanti di una lunga serie di eventi simili. L’ultimo episodio a giugno 2025, una paziente tedesca della comunità Gli Ulivi, fuggita il 2 giugno e ritrovata morta in un terreno vicino quattro giorni dopo.

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