La Nuova Sardegna

Ucraina: Valensise, 'possibile spiraglio di pace dopo 3 anni terribili di guerra'

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Roma, 12 mag. (Adnkronos) - "Tutto induce a sperare che, dopo questi tre terribili anni di guerra scatenata dalla Russia, si apra finalmente uno spiraglio di pace". Lo dice al Messaggero l'ambasciatore Michele Valensise, presidente dell'Istituto affari internazionali ed ex segretario generale del Ministero degli Esteri, convinto che "questa tragedia non si possa risolvere militarmente e sia venuto il momento di un negoziato serio. Solo così si potranno affrontare i nodi reali: sistemazione territoriale, garanzie, sicurezza dell'Ucraina in chiave europea e forse anche atlantica". Quanto a un negoziato senza tregua proposto da Putin, dichiara che "finché si spara, è davvero molto difficile. E purtroppo non vedo ancora segnali concreti di disponibilità da parte russa". Riguardo al possibile incontro giovedì a Istanbul fra Putin e Zelensky ha rilanciato la sua linea: pronto a trattare, anche a incontrare Putin, ma, Valensise commenta che quest'ultimo "ha rilanciato la sua linea: pronto a trattare, anche a incontrare Putin, ma solo dopo la tregua. È un modo per rimettere la palla nel campo russo. Vedremo se ci sarà un allentamento della tensione, un cessate il fuoco che permetta questo primo passo". E sulla richiesta del presidente russo affinché cessino gli aiuti militari a Kiev, dichiara: "Non mi sembra una posizione costruttiva. Al momento i russi sono in vantaggio sul campo di battaglia e sostengono che per loro non è conveniente fermarsi. Stanno avanzando, anche se lentamente, sanno di avere in qualche misura il vento in poppa, specie in vista della bella stagione. Gli ucraini resistono come possono. È un equilibrio instabile, anche la tregua diventa parte della strategia". "La nuova amministrazione americana - prosegue Valensise - ha fatto e proposto concessioni alla Russia, sperando che bastassero a ottenere una tregua o un dialogo. Ma non ha funzionato. Le ostilità si sono intensificate, i russi non hanno mostrato alcuna reale apertura. Sono già passati quasi quattro mesi dall'insediamento di Trump e Washington potrebbe riflettere su un cambio di rotta. In assenza di progressi, può crescere la sintonia con gli europei sull'idea di intensificare la pressione diplomatica ed economica su Mosca". L'ipotesi nuove sanzioni "è necessario valutarla. L'alternativa, cioè mostrarsi più accondiscendenti con la Russia, si è rivelata fallimentare. Gli europei, in questo quadro hanno tenuto ferma la bussola. Purtroppo, si continua a combattere. L'unico segnale positivo è che il discorso pubblico su tregua e trattative si fa più presente. Dobbiamo sperare che si arrivi almeno a un primo punto di equilibrio, se non a una pace vera e propria: un raffreddamento del conflitto e l'avvio di negoziati realistici, che tengono conto delle esigenze fondamentali dell'Ucraina".
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