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Gianfranco Zola battezza il Torneo La Nuova Sardegna: «C'è bisogno di campioni, facciamo crescere i vivai» – VIDEO

di Andrea Sini

	<em>(Foto Mauro Chessa)</em>
(Foto Mauro Chessa)

Al via l’iniziativa realizzata dal giornale in partnership con la Torres. Le partite su tre campi: Vanni Sanna, Latte Dolce e Sennori

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Sassari  «Il nostro calcio vive un momento molto delicato, c’è penuria di grandi campioni ed è necessario far crescere i vivai. Anche per questo sono davvero felice che con il Torneo La Nuova Sardegna e con la Torres si stia creando un momento di confronto e di crescita davvero importante». Gianfranco Zola ha battezzato il Torneo che parte alle 14 di oggi venerdì 23 maggio a Sassari e hinterland su tre diversi campi: Vanni Sanna, Latte Dolce e Sennori.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte anche Pierluigi Pinna e Stefano Udassi, rispettivamente patron e presidente della Torres, il direttore della Nuova, Giacomo Bedeschi, e il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia. «Saranno giornate di sport - ha detto Udassi - all’insegna del rispetto delle regole e del divertimento, capisaldi dello sport e anche del nostro modo di intenderlo. Grazie alle società che hanno aderito: da tempo volevamo valorizzare il territorio ma ora ci siamo aperti anche ad altri territori e continueremo a farlo». «Vogliamo che questo torneo sia il fiore all’occhiello della nostra attività con i giovani - ha sottolineato Pierluigi Pinna -, iniziamo ad avere un respiro a livello nazionale e internazionale. Riconosciamo un alto valore sociale a questo tipo di iniziative, vogliamo dare la possibilità ai ragazzi del territorio di avere confronto importanti. E per noi è importante avere in questo un partner come la Nuova».

Il direttore Giacomo Bedeschi ha posto l’accento sul binomio vincente tra Torres e Nuova Sardegna. «Il nostro ruolo è informare ma anche avere anche un peso nelle vite della comunità. Cerchiamo di lasciare qualcosa. Lo sport costruisce anche le persone e le coscienze. Orgoglio, disciplina e rispetto sono alla base di tutto. Vogliamo che i ragazzi si divertano e crescano. E se ci sono anche opportunità per costruire sogni tanto meglio». «Questi ingredienti e questi contenuti sono anche i nostri - ha fatto eco Giuseppe Mascia -. Sport significa confrontarsi con gli altri e con ì propri limiti. È l’unico ingrediente per creare una coscienza civica. Il talento è lavoro, bisogna lavorare tanto per allenarlo. La costruzione della persona è la cosa più difficile. Viviamo una curva del tempo difficile, con società, scuola e famiglia in difficoltà. Lo diciamo a tutte le società sportive che concorrono all’accesso a beni e servizi: noi guardiamo con grande attenzione il progetto educativo che c’è dietro l’attività sportiva, che i tratti di piccole o grandi società. Se l’attività non include il progetto educativo non è sport». 

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