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Domenico Saba: « Sono il capocannoniere del girone B di Promozione, un ottimo traguardo per uno della mia età»

di Franco Cuccuru
Domenico Saba: « Sono il capocannoniere del girone B di  Promozione, un ottimo traguardo per uno della mia età»

Il giocatore dell’Usinese, 33 anni, ha realizzato 24 gol. «Il segreto? Costanza e duro lavoro, cerco di tenermi in forma»

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Usini Domenico Saba, cosa si prova a vincere la classifica cannonieri per il secondo anno consecutivo? «È sempre un piacere. Una bella gratificazione, un risultato incredibile, mi riempie di soddisfazione e gioia».

A 33 anni fare 24 gol è tanta roba. «Sì, per uno della mia età è un ottimo traguardo, vuol dire che sto lavorando bene. Il segreto? Costanza e duro lavoro, cerco di tenermi in forma. E se arrivo ogni anno a certe cifre lo devo anche ai miei compagni di squadra, loro sono sempre stati un valido supporto».

Il gol più bello? «Senza alcun dubbio quello contro il Coghinas in casa, davanti ai nostri meravigliosi tifosi, anche per l'importanza che aveva quella partita».

Il sogno degli usinesi è vedere la squadra in Eccellenza, purtroppo tarda ad arrivare. Cosa occorre?

«Neanche quest’anno siamo riusciti a realizzare questo agognato traguardo. Ci abbiamo provato per tanti anni non riuscendo a centrare l’obiettivo. Questa volta potevamo fare qualcosa in più, però penso che abbiamo dato tutto. Dispiace perché la società e il paese meritano il salto di categoria».

Qual è il compagno col quale ha legato maggiormente? «Non ce n’è stato uno in particolare. Eravamo un gruppo favoloso, con ragazzi di valore, bravi sotto ogni aspetto e di elevato spessore umano. Ho legato con tutti, difficile sceglierne uno».

E il più talentuoso? «La squadra era composta da giocatori di qualità, più o meno i valori si equivalevano. Qualcosa di più tecnicamente potevano averla Simone Caggiari e Fabio Mura». Per un giocatore dilettante quanto influiscono sulle scelte il cuore, l’affetto dei tifosi e della comunità? «L'affetto della gente è importantissimo, a Usini me l'hanno fatto sentire ed è per quello che sono rimasto tutti questi anni in questa grande famiglia».

Essere capitano di una società storica quanto è importante? «Non è semplice, perché ti carica di responsabilità, devi essere di esempio per i compagni, trasmettere gli stimoli giusti e indirizzarli nella giusta strada».

Pensa che esistano ancora giocatori attaccati alla maglia? «Sì, io lo sono da cinque anni a Usini, penso di aver dimostrato attaccamento alla maglia».

Il futuro? «Ho qualche proposta importante devo valuto un po' poi deciderò».

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