La Nuova Sardegna

Sport

Il personaggio

Max Canzi: «Che bello lo scudetto con la Juve. Per Cagliari e Torres stagione molto positiva»

di Andrea Sini
Max Canzi: «Che bello lo scudetto con la Juve. Per Cagliari e Torres stagione molto positiva»

Il tecnico milanese, ex Cagliari Primavera e Olbia, ha guidato la squadra femminile bianconera alla conquista del titolo tricolore

4 MINUTI DI LETTURA





Sassari Il peso e il prestigio della maglia bianconera, l’orgoglio per un’annata piena di soddisfazioni nel calcio femminile, con un occhio sempre puntato su un’isola che lo ha visto protagonista per 7 stagioni, tra Cagliari e Olbia. Massimiliano Canzi, il tecnico che ha riportato la Juventus Women alla conquista dello scudetto, può tirare il fiato e fermarsi a fare un bilancio.

Mister Canzi, com’è stato il ritorno al calcio femminile?

«Bello, stimolante, impegnativo. Avevo allenato nel calcio femminile circa 25 anni fa, ma ora siamo ad anni luce di distanza. Un tempo c’erano strutture societarie dilettantistiche che facevano un campionato nazionale. Ora c’è il professionismo, ci sono i grandi club che investono, è proprio un altro sport. Sono felice che la Juventus un anno fa mi abbia offerto questa opportunità».

Dalla Primavera del Cagliari all’Olbia, poi l’esperienza al Pontedera. Ora è cambiato tutto.

«Sia con la Primavera che in serie C ho sempre guidato squadra “underdog”, certamente non favorite o non obbligate a vincere. Ora la prospettiva è cambiata completamente e devo dire che a livello professionale è molto bello».

Il peso del blasone bianconero si sente anche nel calcio femminile?

«Moltissimo, anche perché il club ti mette a disposizione strutture e materiale umano di primissimo livello. Quindi non possono esserci scuse, anche le aspettative sono alte. La Juventus è entrata nel mondo femminile in maniera forte, ha vinto subito ma ora si arrivava da due anni un po’ meno vincenti. Siamo riusciti a fare l’accoppiata scudetto-Coppa Italia, siamo andati oltre le attese entrando in Champions dalla porta principale. è chiaro che la valutazione di una stagione è sempre condizionata dai risultati che ottieni. Però in generale sono davvero contento».

Il record di scudetti nel calcio femminile è ancora della Torres. L’anno prossimo punterete a eguagliarlo.

«Ho grande rispetto per quanto fatto dalla Torres a suo tempo, con un salto di qualità evidente fatto negli anni in cui nacque la Champions. Naturalmente noi competeremo per vincere ancora».

Passiamo al calcio maschile: come valuta il percorso del Cagliari?

«Dire in linea con gli obiettivi. C’era forse la speranza di anticipare salvezza, che è arrivata alla penultima giornata, ma alla fine era una squadra costruita per salvarsi con una discreta tranquillità e l’ha fatto: durante tutta la stagione, tranne qualche breve momento, ha navigato sopra la zona retrocessione. Capisco che i tifosi siano ambiziosi, ma a quei livelli mantenere la categoria non può essere mai scontato. Il Cagliari è un club che si sta stabilizzando, ed è anche una delle poche proprietà italiane rimaste. È una davvero realtà da tenere sotto una teca di vetro».

Segue sempre la serie C?

«Sì e abbastanza da vicino, dato che condividiamo le strutture con la Juve Next Gen, che quest’anno ha giocato nel girone C. Ma seguo costantemente anche il girone B, perché ci sono sia il Pontedera, la mia ex squadra, e la Torres. Quello è un girone che arrivava da stagioni segnate da una squadra dominatrice: il Modena, la Reggiana, il Cesena. L’Entella veniva da 2-3 anni di investimenti per provare a salire e alla fine ha dimostrato, magari con meno nomi roboanti rispetto ai predecessori, di essere una squadra solida, con giocatori funzionali alla categoria e un tecnico del quale si è vista chiaramente la mano».

E la Torres?

«Ha giocato un’altra buonissima stagione, è sempre rimasta nei piani alti e in qualche momento è sembrato che potesse avvicinarsi a qualcosa di più. Ho visto una squadra quadrata, difficile da affrontare. Poi c’è stata quella partita con l’Atalanta in cui tutto è andato storto. Quindi capisco anche la delusione della piazza, ma non bisogna mai dimenticarsi dove si era prima e soprattutto credo che a Sassari si possano dormire sonni tranquilli, perché vedo una società solida, sana, che sta salendo di livello».

L’Olbia ha vissuto una stagione molto travagliata.

«Non conosco la proprietà ma suppongo che abbiano un po’ meno know how nella gestione o che abbiano un po’ sottovalutato l’impegno e le difficoltà. Nel calcio 2+2 non fa quasi mai fatto, hanno cercato di affidarsi a gente navigata nell’ambiente ma forse all’inizio c’è stata un po’ di confusione. Hanno fatto anche scelte impopolari, come mandare via giocatori importanti come La Rosa. Poi hanno raddrizzato la stagione. Io sono molto legato a Olbia, dove ho trascorso anni davvero belli, mi dispiace vederla navigare in acque agitate. Spero possa tornare presto dove le compete».

Primo piano
Sardegna

La sorella di Manuela Murgia: «Aiutateci ad avere giustizia dopo 30 anni»

L’incidente

Beve del brillantante: ricoverato in rianimazione a Sassari

Le nostre iniziative