La Nuova Sardegna

Enzo Iacchetti: «Fui scartato al Costanzo show Greggio? Amore a prima vista»

Alessandro Pirina
Enzo Iacchetti: «Fui scartato al Costanzo show Greggio? Amore a prima vista»

Il comico si racconta: dalla gavetta al Derby al bancone di Striscia la notizia

29 luglio 2022
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In questi ultimi trent’anni la televisione ha cambiato volto, ha visto sparire quelli che erano i suoi capisaldi. Il varietà è morto, l’informazione si è spettacolarizzata, gli sceneggiati sono diventati film d’autore, storiche trasmissioni sono sparite dai palinsesti. Ma quasi tre decadi dopo il suo debutto lui, Enzo Iacchetti, è sempre lì che resiste sul bancone di Striscia insieme al suo sodale Ezio Greggio. Una coppia inossidabile di una trasmissione inossidabile. Ma prima del successo la vita di Iacchetti non è stata tutta rosa e fiori. Sarà lui stesso a raccontarlo in “Intervista confidenziale”, lo spettacolo che in cui l'eclettico cabarettista e cantante, conduttore e attore si racconta in una conversazione con Giorgio Centamore. Tre le date sarde, tutte sotto le insegne del Cedac: venerdì 29 luglio all’anfiteatro Ceroli di Porto Rotondo, sabato 30 all’anfiteatro di San Gavino e domenica 31 all’Arena Mirastelle di Carbonia.

Iacchetti, che spettacolo sarà?

«È una intervista che va un po’ più a fondo delle cose che il pubblico conosce. Parlo della gavetta, che è stata tanta. E di come si resiste alle difficoltà di avere successo, alla fiducia in sé stessi e nel proprio talento. Sarà una serata dedicata alle cose che il pubblico non sa».

Lei lavorava in una agenzia di viaggio…

«Ho lavorato tre anni in Svizzera in una agenzia. Io immaginavo di viaggiare. In realtà mi avevano messo in un abbaino con un poster dello Sri Lanka. Viaggiavo virtualmente, insomma. A un certo punto ho preso la chitarra e me ne sono andato a Milano».

Che palestra è stato il Derby?

«Dovrei parlarne per ore. È stato un locale fondamentale per la mia generazione e per quella prima di me. Penso a Cochi e Renato, Boldi, Abatantuono, Teocoli, Villaggio, Andreasi, Toffolo, Salvi, Faletti, Covatta. E Iacchetti. Io sono stato uno degli ultimi, poi il locale ha chiuso. Non era facile entrare, era come una università a numero chiuso, i provini erano tosti. Ma chi riusciva sfondava di sicuro».

Come avvenne l’incontro con Maurizio Costanzo?

«Era un momento in cui non lavoravo più e facevo il cameriere in uno dei primi b&b in montagna. Passavo le giornate a guardare gli animali e scrivere sciocchezze. Nacquero così i piccoli libri in pochi secondi, i famosi libri bonsai. Questa idea piacque a Maurizio Costanzo, anche se al primo provino la redazione mi scartò. Me ne tornai a Milano convinto di dover trovare un altro lavoro, quando mi arrivò una telefonata dal Costanzo show. Pensavo fosse uno scherzo. “È lei che ha scritto queste cose? Perché non viene a fare un provino?”. “Ma se mi avete bocciato!”. “Chi è stato?” Feci nome e cognome. “Quello non vale niente, venga qui che le facciamo fare una puntata, se piace a Costanzo andrà avanti”. Ne feci 190».

Cosa significava essere approdato al Parioli?

«Era una bella ansia. Le prime volte andavo e venivo da Milano, mi pagavano abbastanza bene. A un certo punto chiesi: “posso prendermi l’albergo?”. “Stai qui e scrivi”. Funzionavo, facevo anche 3 o 4 puntate alla settimana. E per i comici il Costanzo show era una bomba».

Striscia la notizia è la svolta, un sodalizio che va avanti da 28 anni: lo avrebbe mai immaginato?

«Così lungo no, ma lo speravo. Da casa guardavo Ezio e pensavo: “io starei benissimo al suo fianco”. Ma non capivo come si faceva ad arrivare lì. Mi chiamarono loro alla fine dei 4 anni da Costanzo. Fu una specie di accordo tra Ricci, Greggio e lo stesso Costanzo per capire se potevo andare bene. Mi fecero un contratto di una settimana, poi di un mese. Sono ancora lì e il prossimo sarà il 29esimo anno».

Con Ezio Greggio l’intesa è scattata subito?

«Immediatamente. Siamo rimasti folgorati, anche nel senso dell’amicizia. Anche se ci fossimo amati sarebbe durato tanto. Noi non siamo una coppia, oltre Striscia non abbiamo mai lavorato insieme. Ognuno fa la propria strada, ma poi per questi due-tre mesi all’anno torniamo lì come compagni di liceo che hanno voglia di divertirsi come matti».

Oltre voi due qual è la coppia di Striscia che le piace di più?

«Dopo Greggio e Iacchetti la mia coppia preferita è Greggio-Iacchetti».

Tre aggettivi per definire Antonio Ricci.

«Geniale sicuramente, molto autonomo e anche misterioso».

Striscia spesso va all’attacco prendendo di mira personaggi: c’è qualcuno che non gliela ha perdonata?

«Qualcuno? Molti. Wanna Marchi fu quella che ci minacciò più di tutti. Di querele ne arrivano tante, ma abbiamo sempre vinto. Il diritto alla satira è il sale della democrazia. Molti si sentono offesi ma poi non arrivano in fondo».

Striscia ha quasi 35 anni: ha ancora ragione di esistere in un’epoca dominata da web e social?

«Quando non c’erano il web e i social gli ascolti arrivavano a 12 milioni ogni sera, adesso con 5 milioni sei una superstar. Ormai la concorrenza di questi mezzi è fortissima. È lì che i giovani guardano cosa succede nel mondo, ma li trovano anche il peggio, tante tantissime fake news. Noi abbiamo Marco Camisani Calzolai da Londra che ci avverte su come usare il web. Anche noi ci siamo rinfrescati parecchio».

Capitolo veline, a cui la Sardegna - tra l’altro - ha contribuito parecchio: ha una coppia preferita?

«Credo che Canalis e Corvaglia siano state le più acclamate. Tutte le veline sono ragazze belle e in gamba, ma loro due avevano qualcosa di particolare. Erano anche amiche e sono state a Striscia tanti anni. E poi parlavano, avevano il microfono e noi le prendevamo anche in giro. Al di là degli affetti che poi sono nati – mi riferisco a me e Maddalena – possiamo dire senza dubbio che erano una coppia di ragazze simpatiche, spigliate e anche bellissime».


 

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