La Nuova Sardegna

La mostra

Al Banco porte aperte per l’arte: il ritorno di “Invito a palazzo”

Al Banco porte aperte per l’arte: il ritorno di “Invito a palazzo”

I grandi del 900 e quelli di oggi, una collezione eccezionale

02 ottobre 2022
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“Invito a Palazzo”, l’evento nazionale promosso dall’Associazione Bancaria Italiana, si è ripetuto. Ieri le porte sul viale Umberto della Direzione generale del Banco di Sardegna a Sassari si sono aperte per presentare una parte dell’ampia collezione raccolta negli anni dell’istituto di credito. La sala Siglienti ha proposto un nuovo allestimento: “Percorsi e scoperte”. Il percorso si snoda attraverso il Novecento sardo, tra l’attento sguardo figurativo di Mario Paglietti, con due grandi tele, interessante (tra le scoperte) il ritratto quasi a grandezza naturale del “Il cacciatore” e il raro dipinto di Fabio Lumbau che arriva dalla sede livornese della banca. Si prosegue con i cartoni preparatori per le vetrate del duomo sassarese di San Nicola, anche qui interessante la rivelazione del segno progettuale, preciso e intenso di due grandi personalità: Mario Delitala e Filippo Figari. La modernità si affaccia, informale e intensa, nella seconda metà del secolo con Pietro Antonio Manca, Mauro Manca e Ausonio Tanda e si arriva alla svolta del secolo, al contemporaneo, con Rosanna Rossi, Zaza Calvia, Pastorello, Augusto Oppo, Gino Frogheri e altri artisti viventi. Uno spaccato essenziale per numero di opere ma davvero interessante per rappresentatività e qualità.

È stato possibile visitare anche le altre collezioni custodite nel Palazzo: 42 opere di Mario Sironi. Protagonista indiscusso della pittura del Novecento, anche con la sua vasta produzione pubblica, testimoniata dal dipinto preparatorio per l’affresco “Allegoria del lavoro”. Le opere dell’argentino Héctor Nava, create durante i suoi soggiorni nell’isola, la collezione di carte geografiche della Sardegna dal ‘500 a metà ‘800, argenti e preziosi sacri e profani, monete antiche, le bambole in costume sardo delle sorelle Ruiu e rari i documenti custoditi dell’archivio storico del Banco.

Protagonista di questa “apertura” anche l’elegante palazzo che ospita la Direzione generale, progettato dall’ingegnere Bruno Cipelli negli anni Venti del secolo scorso. E la data dovrebbe suggerire uno studio e la riscoperta del lavoro di questo progettista così importante per la città di Sassari.

In un’isola che non ha avuto ricche corti nell’antichità, pochi mecenati colti e illuminati e dove il collezionismo è raro, quanto meritevole, è stato il Banco di Sardegna a raccogliere una collezione d’arte così importante per la nostra isola, con un sostegno costante nei confronti degli artisti.

Attenzione rivolta, negli anni, verso le produzioni di artisti viventi in larghissima parte locali, indirizzata verso la cultura piuttosto che sull’investimento. Azione per altro legittima per un istituto di credito con cui si corre però il rischio di rinchiudere l’arte in qualche caveau. Il ritorno dell’evento di ieri è invece la dimostrazione che il Banco ha scelto il percorso verso il pubblico, quando possibile. Strada per altro voluta dagli eredi per i lasciti Sironi e Nava.

Questa attenzione verso la creatività si manifesta anche oggi con il legame con il Liceo Artistico “Filippo Figari” di Sassari. Diventato una tradizione per il Banco. Sono stati gli allievi della storica scuola d’arte a guidare i visitatori. La creatività delle generazioni che si sono succedute al “Figari” è stata esposta per la prima volta con una selezione di gioielli realizzati proprio nei laboratori del Liceo dagli anni Sessanta ad oggi.

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