La Nuova Sardegna

Il libro

Lo scrittore Giorgioni racconta l'impresa di Libero Manca: "Il sardo che girò il mondo in bicicletta"

di Dario Budroni
Libero Manca è originario di Tadasuni
Libero Manca è originario di Tadasuni

Manca emigrato in Francia realizzò il suo sogno in un anno

04 febbraio 2023
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La pelle cotta sotto il sole rovente del confine afgano. Oppure la sua piccola tenda piazzata sulle sponde fredde dell’altissimo lago Titicaca. Tutto in una volta senza mai tornare a casa. La storia di Libero Manca di Tadasuni, classe 1948, è una di quelle perfette per farci un libro. Così ci ha pensato il giornalista Francesco Giorgioni, arzachenese, che, dopo aver conosciuto e intervistato per giorni il “suo” protagonista, alla fine ha scritto e pubblicato Libero, il sardo che girò il mondo in bicicletta. Duecento pagine di pura avventura che raccontano il mondo visto dalla strada. Emigrato in Francia, Libero Manca era un ragazzo quando nel maggio del 1974 poggiò i piedi sui pedali per compiere il giro dell’intero pianeta in sella alla sua bicicletta. Tornò nel dicembre del 1975, diciotto mesi più tardi, con una impressionante mole di ricordi ben annotati nelle pagine di un diario.

L’impresa Francesco Giorgioni, da alcuni anni docente di italiano e storia all’istituto alberghiero di Arzachena e anche lui grande cultore della bicicletta, ha conosciuto Libero Manca per puro caso attraverso un amico, Roberto Virdis, l’autore della prefazione del libro. «La storia di Libero è incredibilmente vera e non poteva restare confinata nei racconti fatti in famiglia o agli amici – dice Giorgioni –. Per questo abbiamo deciso di scriverci un libro. Sono andato a casa di Libero e ci sono rimasto tre giorni. Ho registrato tutto e abbiamo letto il suo diario». Libero Manca, nato sulle sponde del lago Omodeo, si trasferì in Francia, a Voiron, negli anni Sessanta. Un giorno del 1971, mentre lavorava come giardiniere a Chambéry, in Savoia, vide passare in mezzo a una tormenta di neve un giapponese sordomuto che stava compiendo il giro del mondo in bicicletta. Decise di farlo anche lui. Si allenò, si organizzò e, con l’aiuto di alcuni conoscenti, tre anni più tardi partì insieme a un amico che però si fermò in Afganistan. «È assurdo, se ci pensiamo ora – commenta Giorgioni –. Oggi non ci muoviamo di casa se non abbiamo il Gps e il cardiofrequenzimetro. Invece Libero, negli anni Settanta, partì con 38 chili di bagaglio e tracciava le sue linee sulle mappe di carta». In un anno e mezzo Libero Manca percorse un qualcosa come 38mila chilometri. Attraversò la Svizzera, la Jugoslavia, la Turchia, l’Iran, l’Afganistan, il Pakistan, l’India, la Thailandia, la Malesia, il tutto corredato da straordinarie fotografie. Poi finì a Singapore, in Australia, in Nuova Zelanda e quindi a Tahiti, in Messico, in Perù, in Bolivia e infine il ritorno in Francia, accolto dall’abbraccio di Paulette, la sua fidanzata e futura moglie. «Ma sia chiaro – aggiunge Giorgioni –, quella di Libero non fu per nulla una impresa tranquilla. Venne per esempio rapinato e finì addirittura in carcere».

Il libro Edito da Edes, il libro Libero, il sardo che girò il mondo in bicicletta racconta l’intera impresa sulla base del diario scritto da Manca durante il suo lungo viaggio. Il risultato è un racconto che entusiasma e che scorre veloce, ben scandito dai colpi di scena e dalle istantanee di uomini, donne e luoghi lontani sia nel tempo che nello spazio. Da alcuni giorni Francesco Giorgioni sta così presentando il suo lavoro in giro per la Sardegna, in compagnia di Roberto Virdis e dello stesso protagonista, tornato a vivere a Tadasuni negli anni Ottanta. Per Giorgioni, comunque, non si tratta del primo libro. Nel 2014 uscì infatti il romanzo Cosa conta, mentre l’ultimo, del 2020, si intitola La morte di Sokkaina. È invece del 2015 Monsieur Poivron, la biografia di Giommaria Craboledda, ozierese, anche lui emigrato in Francia e poi diventato ricco commerciando peperoni. E pure lui un grande appassionato di bicicletta. Nel 2015, a Olbia, compì addirittura una impresa: pedalare per un’ora consecutiva lungo il circuito del parco Fausto Noce all’età di 91 anni.
 

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