La Nuova Sardegna

L'intervista

Gianni Morandi: «Se dopo 60 anni sono ancora qui è perché sono stato fortunato»

di Alessandro Pirina
Gianni Morandi: «Se dopo 60 anni sono ancora qui è perché sono stato fortunato»

Il grande cantante si racconta alla vigilia del concerto di Alghero del 30 luglio. «Amo la vostra isola L’incontro con Parodi molto importante»

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Se ci fosse l’elezione diretta per il presidente della Repubblica, chissà, forse lui sarebbe quello con più chance di salire al Quirinale. Difficile in Italia trovare uno che abbia un consenso più largo di Gianni Morandi. Cantante, attore, conduttore televisivo, amato dai nonni come dai nipoti, di fede comunista ma apprezzatissimo anche dall’altra parte, in pista dagli anni Sessanta e ancora - a quasi 79 anni - capace di riempire stadi, palazzetti e arene. E così sarà anche domenica 30 luglio ad Alghero, quando Morandi farà tappa con il suo tour, “Go Gianni Go!”, all’anfiteatro Ivan Graziani. Uno spettacolo - prodotto da Trident Music e ad Alghero firmato da Shining Production - uno spettacolo ricco di emozioni indimenticabili. Un live in cui il cantante farà ascoltare ai fan i grandi classici del suo repertorio e le tracce incluse nel nuovo progetto discografico “Evviva!”, tra cui i brani frutto del fortunato sodalizio artistico con Jovanotti: “L’Allegria”, “Apri tutte le porte” e “Anna della porta accanto”.

Go Gianni Go! Un tour evento per celebrare gli oltre 60 anni di carriera: come è riuscito a fare la scaletta in mezzo a centinaia di brani, per di più tantissime evergreen?

«Comporre la scaletta di questo show è stato piuttosto complesso, la prima cosa a cui penso è cosa vorrebbe ascoltare il pubblico, ho cantato più di 500 canzoni e non sempre si sceglie con facilità. In questo spettacolo ho inserito brani di oggi, del mio ultimo album “Evviva”, ma anche e soprattutto canzoni di ieri e dell’altro ieri come ad esempio. “Bella Signora” o “C’era un ragazzo che come me cantava i Beatles e i Rolling Stones” che i miei fan hanno sempre voglia di cantare insieme a me».

Ha conquistato l’Italia da giovanissimo e tanti anni dopo è sempre lì in cima alla lista dei più amati: esiste una ricetta per un successo così duraturo?

«Penso non ci sia un segreto particolare, sono stato fortunato perché ho incontrato tante persone che hanno creduto in me e mi hanno dato la possibilità, anche nei momenti difficili, di trovare nuove strade per continuare a fare quello che mi piaceva. E poi il calore e l’affetto che il pubblico mi dimostra ancora oggi mi danno la spinta per continuare a fare il lavoro che amo».

Ha inciso centinaia di canzoni: ha un podio delle tre sue canzoni del cuore?

«Rispondere a questa domanda è piuttosto difficile, in qualche modo sono legato a tutte le canzoni che ho cantato perché ognuna mi ricorda un momento particolare della mia carriera. Per citarne tre potrei dire: “Uno su mille ce la” che è stato il brano con il quale sono tornato dopo un periodo difficile della mia carriera, “Fatti mandare dalla mamma…” che non posso non mettere in scaletta perché il pubblico lo ama molto, e “L’Allegria” che è il primo brano che ha scritto per me Lorenzo Jovanotti e che mi ha regalato dopo un brutto incidente del 2021».

Con Jovanotti è nato un sodalizio artistico. Avete mai pensato a un tour insieme o magari a uno show televisivo?

«Abbiamo cantato insieme già molte volte, sia quando è stato mio ospite durante il Festival di Sanremo del 2022 dove ero in gara con il suo brano “Apri tutte le porte” sia durante molte date del suo ultimo Jova Beach. Ci siamo divertiti tantissimo cantando alcuni dei nostri brani in alcune delle più belle spiagge italiane. Per il momento non abbiamo parlato di nuovi progetti, ma non mi precludo nulla di quello che potrà accadere in futuro».

A Sanremo uno dei picchi d’ascolto è stata l’esibizione con Al Bano e Massimo Ranieri. Si era parlato di un tour insieme: esiste ancora la possibilità?

«Ne abbiamo parlato ma al momento purtroppo i nostri rispettivi impegni non ci hanno permesso di valutare concretamente questa idea. Nonostante si sia sempre parlato di una rivalità tra di noi, siamo amici da molti anni e Sanremo è stata davvero una bella occasione per ritrovarci».

Blanco e i fiori, il bacio tra Rosa Chemical e Fedez, Gino Paoli che parlava troppo: qual è stato il brivido maggiore di Sanremo?

«In realtà ho vissuto Sanremo come un’esperienza totalmente positiva perché ho avuto la fortuna di viverla accanto ad Amadeus, grandissimo professionista ed amico, che mi ha permesso di godermi quei momenti da una “posizione” privilegiata. L’ho affiancato in totale serenità perché il suo modo di gestire qualunque situazione, con il sorriso, ha reso l’edizione del 2023 davvero innovativa e interessante sotto ogni punto di vista».

È più facile che torni a Sanremo da conduttore o in gara?

«Sono già stato tante volte a Sanremo sia in gara che come conduttore e pur essendo due esperienze completamente diverse, le ho vissute sempre con la stessa curiosità e adrenalina». Al momento non ho programmato nulla per il futuro perché preferisco concentrarmi su questo tour che mi impegnerà fino al prossimo 2 settembre facendomi viaggiare attraverso il nostro Bel Paese.

Il 30 luglio sarà ad Alghero: da Porto Rotondo ad Andrea Parodi, dai tanti concerti all’Isola di Pietro. Qual è il suo legame con la Sardegna?

«Amo molto la vostra bellissima isola e ho un legame forte dovuto anche alle persone che ho avuto la fortuna di conoscere. Nei primi anni ’80 l’incontro con Andrea Parodi dei Sole Nero (poi Tazenda) è stato molto importante, abbiamo lavorato insieme per alcuni anni esibendoci anche all’estero, come, ad esempio in America e in Russia. Poi ricordo sempre con grande piacere i tre anni di riprese a Carloforte per la registrazione della fiction “L’isola di Pietro”, quell’esperienza mi ha fatto scoprire una parte della vostra terra che non conoscevo e che mi ha conquistato».


 

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