La Nuova Sardegna

Il personaggio

Alberto Sanna: «Con la musica del Seicento aiuto i giovani a crescere»

di Massimo Sechi
Alberto Sanna: «Con la musica del Seicento aiuto i giovani a crescere»

Violinista e scrittore sassarese, da vent’anni in Inghilterra

24 marzo 2024
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«Sassari e la Sardegna sono le mie radici, da vent’anni sono andato via ma non mi sono mai sentito un emigrato, piuttosto un cittadino del mondo cui piacciono le sfide e i progetti sempre nuovi e sempre più entusiasmanti, a prescindere da dove vengano realizzati».

Alberto Sanna è prima di tutto quello che viene fuori da queste sue parole. Ma il resto non è sicuramente da meno. A cominciare da un curriculum e da una formazione che non si può sintetizzare in poche righe. Meglio raccontare insieme a lui la sua storia di violinista, direttore musicale, musicologo specializzato nella musica antica del Seicento e del Settecento, scrittore di libri (a breve ne uscirà uno dal titolo “Corelli and the poetics of violin music”) e saggi. È inoltre direttore artistico ed educativo di una Fondazione onlus a Liverpool che segue circa 300 ragazzi tra Liverpool e Londra, ed è anche insegnante e formatore. Queste attività si sviluppano in diverse parti del mondo, dall’Inghilterra a Cuba, dal Kenya, agli Stati Uniti, tra concerti e lezioni. Un’avventura che parte da Sassari, anche se da vent’anni non suona, non dirige e, in generale, non opera in Sardegna.

«Dopo il Conservatorio a Sassari e la laurea di primo livello a Milano non mi sentivo ancora del tutto preparato come violinista e sono andato a Boston per la laurea specialistica e ho capito che oltre a imparare a suonare bene il mio strumento volevo fare qualcosa di più. Allora ho fatto un master di due anni in Performance e Musicologia e ho cominciato a suonare musica antica negli Stati Uniti. Sono ritornato in Sardegna, a Sassari, e ho iniziato a fare il freelance come violinista vincendo diverse audizioni ed entrando in formazioni di musica antica che si esibivano in tutta Europa. A quel punto ho deciso di cambiare».

Che cosa ha fatto?
«Ho messo insieme tutte le mie professioni e nel 1996 ho lanciato un progetto imprenditoriale legato alla musica, proprio a Sassari. ProMeTeUS (Progetto Mediterraneo Terre Uomini Suoni): un gruppo di musica antica, un asilo nido da 0 a 3 anni a indirizzo musicale e una scuola di musica per bambini, giovani e adulti. Sono andato avanti così fino al 2005 ma non vedevo sviluppi per la mia vita professionale e allora ho preferito ripartire quasi da zero. Nel 2004 avevo vinto una borsa di studio a Cambridge ma dopo un anno tra la Sardegna e l’Inghilterra ho deciso di fare domanda per un secondo master in musicologia, questa volta a Oxford e allora nel 2006 ho chiuso la ProMeTeUS e ho trasferito la famiglia in Inghilterra».

Ha lasciato la Sardegna e ha messo da parte il violino.
«Per un po’ sì. Anche perché sempre a Oxford ho vinto il concorso per un dottorato di ricerca in musicologia e dopo averlo completato sono stato preso a preso a tempo indeterminato alla Liverpool Hope University come docente di musicologia e interpretazione musicale rimanendo lì sino al 2018. Suono, dirigo e insegno ma nel 2016 decido di creare una Fondazione insieme a un avvocato inglese, la Early music as education (Emae), sovvenzionata solo da fondi privati e con l’obiettivo di insegnare la musica, a livelli altissimi, ai ragazzi delle fasce più deboli. Abbiamo portato la musica nelle scuole primarie, formato insegnanti di musica e costituito un’orchestra giovanile per la musica antica formata da ragazzi dagli 8 ai 18 anni. La musica antica viene da noi utilizzata come strumento di crescita e di sviluppo educativo, economico e sociale».

In pratica questa Fondazione è il progetto ProMeTeUS sviluppato con una onlus e in Inghilterra. Ha mai pensato di riportare in Sardegna un progetto come questo?
«Sì, ma non subito. Non sono pronto io e, forse, non è pronto questo territorio. È necessario che le scuole, i Comuni e gli imprenditori privati credano in progetti di questo tipo che, oltre ad aiutare ragazzi e i bambini in quartieri nei quali c’è un disagio, formano insegnanti, creano realtà musicali per i giovani e li portano a fare esperienze all’estero. Io faccio tutto questo in diverse parti del mondo, insegnando ed esibendomi».

Il ponte con la Sardegna però c’è sempre e ora forse un po’ di più.
«Sì, il mio lavoro in Inghilterra continua e proseguirà anche in futuro ma, per motivi di famiglia, verrò più spesso a Sassari. Il 31 agosto, grazie a Calogero Sportato e al Festival di musica antica “Note senza Tempo”, porterò la Early Music Youth Orchestra della nostra fondazione nel convento dei Cappuccini di Ploaghe, dove faremo un concerto ispirato a Italia Germania 4-3, e poi il 5 ottobre ci esibiremo con il gruppo dei ProMeTeUs a Sennori».

Lei ha anche un altro obiettivo importante.
«Vorrei fare una fondazione in memoria di mia figlia Valentina, scomparsa prematuramente quattro anni fa. E mi piacerebbe farla proprio in Sardegna. Valentina è l’angelo-ballerina della nostra famiglia e vorrei che questa fondazione incarnasse lei come persona, per i suoi valori di rispetto, di gentilezza, di eleganza, di dedizione e di amore puro. Era una fantastica ballerina di danza classica e sarà sempre parte della nostra vita. Sono passati quattro anni e ora è arrivato il momento di mettere le basi per questa fondazione che dovrà avere come aspetti caratterizzanti quello educativo, quello umanitario, del voler occuparsi degli altri, e quello della condivisione. È una cosa che voglio fare per lei e per noi: un atto d’amore come lo sono i figli».

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