Da Bosisio la passione è bio, golosità a chilometro zero al centro di Sassari
Michele e Daniela hanno sempre proposto e sostenuto un loro stile: «Utilizziamo solo prodotti locali e stagionali, parliamo tanto con i clienti e spieghiamo cosa c’è dietro i nostri gelati: ora nessuno in gennaio ci chiede un cono alla fragola ed è sparito chi voleva il gusto Puffo»
Frutta fresca locale, materie prime di qualità e tanta passione. Da undici anni la Gelateria Bosisio è un punto di riferimento nel centro ottocentesco di Sassari, in via Cavour. Premiata più volte dal Gambero Rosso con due coni, ha cominciato sempre al centro storico, in via Brigata Sassari, per poi spostarsi ampliando il servizio con la caffetteria.
«La nostra scelta è sempre stata quella di un locale al centro della città e non tornerei mai indietro – spiega Michele Bosisio, titolare insieme alla moglie Daniela Ciotta –. Qui in via Cavour, dove abbiamo avuto anche la possibilità di ampliarci all’esterno, c’è una bella atmosfera e un bel movimento, soprattutto nel fine settimana. E nella bella stagione in determinati orari, come nel primo pomeriggio, lavoriamo bene con i turisti che negli ultimi anni stanno scoprendo Sassari». La storia in realtà comincia in Gallura, esattamente ad Arzachena, dove la famiglia Bosisio aveva una pasticceria che in Costa Smeralda ha fatto la storia aprendo già nei primi anni Settanta. Michele ha ereditato dal padre la passione e l’attitudine a questo tipo di lavoro, poi ha deciso di imboccare una sua strada e ha scelto Sassari come base: «Ci sembrava un buon compromesso – spiega –, una città grande che ci permettesse di tenere aperto tutto l’anno ».
La linea della Gelateria Bosisio è sempre stata una sola: «Abbiamo sempre creduto tantissimo nei prodotti biologici e a chilometro zero, nei gusti di stagione, nei prodotti locali. Anche quando abbiamo deciso di espanderci con la caffetteria, abbiamo scelto caffè e bibite bio, all’altezza delle altre proposte. “Naturale” è la parola chiave nella nostra attività, magari utilizzare prodotti in busta può essere semplice e permette di fare certi prezzi, ma a noi non interessava. E una parte importante è stato, soprattutto all’inizio, far passare questo messaggio ai clienti, far capire che utilizzavamo prodotti di un certo tipo, che dietro i nostri gelati c’è un lavoro di ricerca e di formazione, anche di sperimentazione, e che il prezzo era adeguato a tutto questo. Non vogliamo sembrare presuntuosi, ma volevamo differenziarci e a distanza di anni possiamo dire che è un sistema di lavoro che paga».
Il problema dei gelati è che dietro la dicitura “artigianale” ormai diffusissima si cela di tutto e di più, nel vero che non esiste una legge specifica e nemmeno un disciplinare: «Purtroppo per la legge basta avere un mantecatore per poter dire di fare un gelato artigianale – dice Michele Bosisio –, dopodiché può succedere di tutto. Nel senso che nel mantecatore puoi buttare qualsiasi cosa, anche il contenuto di una delle tante buste che imperversano nel mercato e acqua calda. Noi, e non solo noi perché per fortuna ci sono altri che ragionano in questo modo, lavoriamo diversamente: latte fresco, panna fresca, prodotti di stagione, utilizziamo addensanti nella quota prevista di 5 grammi per ogni kg di base».
Per questo la comunicazione ai clienti diventa una parte importante: «Negli anni il pubblico è cambiato, è diventato più esigente anche perché sta iniziando a capire qual è il vero gelato. Quello del gelato è un settore trascurato in diversi fronti, se ci pensate ci sono tanti programmi televisivi che parlano di cibo ma nessuna a tema gelato, forse se ci fosse sarebbe più semplice per noi». I gusti invece non sono cambiati: «Vanno sempre quelli classici, sta a noi far capire, per esempio, che il nostro pistacchio è quello siciliano e la nocciola è quella del Piemonte. Ecco, una grande soddisfazione è vedere che in gennaio nessuno più ci chiede la fragola e che è sparita la gente che voleva il gusto” Puffo”».