Il libro d’esordio della scrittrice sassarese Raffaela Ulgheri finalista al Premio Calvino
Il romanzo dell’autrice sarda selezionato su 909 testi iscritti al concorso. In gara anche “Le infinite potenzialità dell’acciuga...” di Massimiliano Racis
Sassari, 1968. Una serie di eventi misteriosi, tra morti e scomparse, coinvolge gli amministratori di un paese della provincia e sconvolge la vita della piccola comunità, oltre che quella della città e dei professionisti incaricati delle indagini. Intanto, si assiste a una serie di eventi straordinari: le donne del paese non riescono più a partorire, gli abitanti sono vittime di allucinazioni e scaramanzie, e tre indipendentisti approfittano del caos per realizzare un’idea “naïf” di autonomia politica. Un pubblico ministero cercherà il nesso tra i vari accadimenti, ma saranno le donne del paese a sciogliere l’intricata matassa. È la trama di Minerva, il romanzo inedito della sassarese Raffaela Ulgheri, selezionato su 909 testi in gara tra gli 11 finalisti del Premio Italo Calvino, arrivato quest’anno alla sua 38esima edizione. Nata a Sassari nel 1980, è giornalista professionista: dopo il diploma al Liceo Classico Azuni e la Laurea in Scienze della Comunicazione sempre a Sassari, oggi vive a Milano dove lavora come reporter per la redazione italiana di FundsPeople, testata europea di ambito finanziario.
Tra gli scrittori che hanno avuto una forte influenza sulla sua narrazione, Salvatore Satta e Salvatore Mannuzzu. Minerva è il monte nei pressi di Villanova Monteleone, paese della famiglia dell’autrice e luogo in cui si svolge la vicenda. «Ho presentato il mio primo testo a un premio letterario perché dopo anni di lavoro giornalistico volevo capire se fossi in grado di misurarmi con una scrittura diversa, più personale – racconta –. È un risultato inaspettato che mi rende molto orgogliosa, fiera di rappresentare Sassari al Calvino nel ricordo di un’altra concittadina illustre». Eva Mameli, madre di Italo Calvino, fu infatti la prima donna in Italia a ottenere la libera docenza di Botanica. Nel romanzo si intrecciano diverse linee narrative: un filone noir, ma anche istanze politiche e sociali, con l’utilizzo di spunti legati al realismo magico.
«La narrazione è stratificata: sullo sfondo c’è Sassari e la sua provincia alla fine degli anni Sessanta. Ho cercato di raccontare, in maniera romanzata, lo scontro tra una modernità che si evolve nella realtà cittadina, in confronto con la vita di paese, ancorata alla tradizione e al passato, spesso restio al cambiamento e incline a credenze e superstizioni. Cosa da cui poi la città non è immune. In quegli anni arrivano le istanze sociali, i cambiamenti epocali come le lotte per l’aborto o il divorzio. Cambiano gli equilibri tra il maschile e il femminile, e il mio romanzo parla anche di questo». Personaggi anch’essi complessi, tratteggiati con caratteristiche di una veridicità nuda e cruda: la narrazione non è fatta di figure buone o cattive, c’è la vita e ci sono persone come quelle che potremmo incontrare ogni giorno. Insieme a lei, tra i finalisti, anche lo scrittore esordiente Massimiliano Racis, classe 1987 e che vive a Guspini. Il titolo in concorso per lui è “Le infinite potenzialità dell’acciuga, in cucina”, vicenda ambientata nella Sardegna mineraria del Sulcis.