La Nuova Sardegna

Cagliari

Il Comune dà il via libera al Betile

Roberto Paracchini
Il Comune dà il via libera al Betile

Il museo dell’arte nuragica e contemporanea sorgerà a Sant’Elia

06 marzo 2008
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Polemiche in maggioranza sino all’ultimo minuto, ma alla fine il consiglio comunale ha dato mandato al sindaco Emilio Floris (28 sì e 2 no, di An) per promuovere l’accordo di programma. Sul piatto della bilancia interventi per centinaia di milioni di euro: la riqualificazione del quartiere di Sant’Elia, il museo Betile, il campus universitario nell’ex semoleria e il polo degli uffici regionali.

L’altro ieri l’aria era di fronda diffusa: An e Udc avevano sguainato la spada. E il sindaco Emilio Floris si sentiva strattonato da una parte e dall’altra, tanto che l’argomento, da martedì, era stato rimandato a ieri. Ma la Regione fremeva: «Perdiamo il finanziamento di trenta milioni di euro». Ieri mattina, infine, il presidente della Regione Renato Soru (da cui è partita l’idea del Betile) con l’assessore Maria Antonietta Mongiu (Cultura) sono andati a trovare il primo cittadino e dopo due ore di incontro, a cui ha partecipato anche il responsabile comunale dell’Urbanistica Gianni Campus, perplessità e dubbi sono stati fugati.

Il governatore della Sardegna, tra le altre cose, ha sottolineato come la Regione consideri Sant’Elia come un elemento strategico per lo sviluppo non solo di Cagliari, ma di tutta l’isola. Oltre alla riqualificazione abitativa dei palazzoni vi sarà anche la possibilità di far diventare l’area zona franca e di un intervento di riqualificazione turistica della caserma Ederle. Il sindaco, da parte sua, ha ribadito l’importanza del lungomare, del porticcolo e di una nuova viabilità.

Ieri sera in Consiglio comunale, però, non tutto è andato liscio. Visto che continuavano a persistere resistenze da parte di alcuni settori della maggioranza, il primo cittadino ha chiesto che l’emendamento alla delibera che (sulla base del protocollo d’intesa del 2006) dà mandato al sindaco «per la promozione» dell’accordo di programma venisse firmato da tutti gli assessori. Ma Edoardo Usai (Pubblica istruzione) e Giorgio Pellegini (Cultura), entrambi di An, non hanno aderito alla richiesta del primo cittadino.

Un fatto conseguente alla posizione negativa del gruppo consiliare di Alleanza nazionale. E durante il dibattito in Giunta è stato fatto mettere a verbale il dissenso. Poi tra il sindaco Floris e l’assessore Pellegrini (fortemente contrario al Betile) ci sono stati anche momenti di tensione, tanto che quest’ultimo non ha partecipato ai lavori del Consiglio. Poco dopo An (Alessandro Serra) ha lamentato che sul museo non si «sappia niente», nè sul progetto di gestione, nè sul costo, nè sul ruolo.

Malumori espliciti anche da parte dell’Udc che, pur non raggiungendo la decisione di un voto negativo, ha chiesto al sindaco (da Massimiliano Tavolacci) di porre una serie di paletti per tutelarsi verso «chi ha dimostrato di non rispettare gli accordi di programma». Il responsabile dell’esecutivo ha anche precisato che la Regione aveva intenzione di realizzare un grande museo e che Cagliari ha dato la disponibilità per Sant’Elia, ma chiedendo in contemporanea un’opera di grande riqualificazione del quartiere: per uno sviluppo integrato, culturale ed economico, della zona.

Divisioni, invece, in seno all’opposizione per la delibera sull’Amsicora: Radhouan Ben Amara (Comunisti italiani), Marisa Depau, Gian Mario Selis e Marco Piras (tutti e tre del Pd), Claudia Zuncheddu (Psd’az), Raimondo Perra (Sdi), Gialeto Floris (Italia dei valori) e Giorgio Cugusi (Democratici di sinistra) l’altro ieri erano usciti dall’aula per non votare l’emendamento a favore dell’approvazione (pur legato ad alcune condizioni) del progetto di riqualificazione del vecchio stadio presentato da Ninni Depau (Pd).

Prima dell’assemblea il sindaco e l’assessore Giuseppe Farris (lavoro) hanno ricevuto una delegazione dei precari: la loro posizione sarà verificata in rapporto alla nuova Finanziaria. Grazie all’impegno dell’assessore Farris e degli uffici, i 108 precari precedenti sono stati stabilizzati con due anni d’anticipo.
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