La Nuova Sardegna

Il combattente si difende: «Non sono un terrorista»

di Giusy Ferreli
Il combattente si difende: «Non sono un terrorista»

Caria: sono accuse surreali, non ho mai nascosto il mio appoggio ai curdi

17 settembre 2018
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NUORO. «Io non ho nulla di cui vergognarmi e non ho commesso nessun crimine né per la mia coscienza e né per le leggi dello stato coloniale che occupa la nostra terra. Da indipendentista sardo ho sempre rivendicato la mia militanza internazionalista, e non ho mai nascosto il mio appoggio verso la lotta per l’autodeterminazione del popolo curdo e verso la lotta dei curdi per la liberazione della donna e per costruire una società più giusta e democratica in Medioriente».

Pier Luigi Caria, il militante nuorese finito sotto indagine per terrorismo internazionale, ha rotto il silenzio. E lo ha fatto al termine di una giornata particolarmente pesante, iniziata sabato alle 4 e mezza del mattino del quando i poliziotti della Digos nuorese hanno bussato alla porta di casa, difendendosi con forza dall’accusa mossagli dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Cagliari. È lo stesso Luisi con un lungo post sul suo profilo Facebook a raccontare la sua versione dei fatti.

«Sono stato oggetto delle attenzioni della polizia italiana: si sono presentati a casa di mia madre, esibendo degli atti firmati da un pubblico ministero che mi accusano addirittura di terrorismo. Da quanto ho potuto leggere sull’atto di sequestro del mio passaporto – scrive l’indipendentista – si tratta di un’indagine che riguarda un mio viaggio in Siria dello scorso anno». Quello stesso sequestro preventivo disposto dal pubblico ministero Danilo Tronci persuaso che le due organizzazione nelle quali avrebbe militato (le Ypg e l’Ifb) sono riconducibili al Pkk, incluso nella lista nera delle organizzazione terroristiche dalla Comunità europea, dovrà essere convalidato entro 48 ore dalla notifica. Sarà il giudice per le indagini preliminari di Nuoro a decidere, entro oggi, se convalidare o meno il provvedimento. E sempre sul fronte dell’inchiesta, l’avvocato Gianfranco Sollai , difensore di Caria chiederà alla Ddat cagliaritana di procedere alla nomina di un consulente tecnico che possa scaricare i dati dei computer e del telefono dell’indagato affinché possano essere restituiti al più presto al proprietario. Ma non solo. «Se la Dda – dice Sollai – è in grado di sostenere l’accusa, chiederemo un processo rapido». Accusa che secondo il giovane nuorese «è surreale e completamente immotivata». La sua veemente difesa riguarda essenzialmente lo status delle due organizzazioni paramilitari impegnate nella lotta all’Isis da un lato e nella difesa del popolo curdo dall’altra. «Ritengo sia semplicemente ridicolo – scrive ancora Caria – che le Ypg e l’Ifb vengano associate al terrorismo. Si tratta di formazioni composte da volontari curdi, arabi, siriaci, turchi e occidentali che in mezzo all’orrore della guerra difendono da anni la popolazione della Siria del Nord dai tagliagole islamisti e dall’aggressione dello stato fascista turco. Voglio esprimere la mia più totale solidarietà agli altri perquisiti in questa vicenda semiseria». Trai i perquisiti c’è anche l’attivista dei diritti umani Antonello Pabis, a capo dell’Asce (associazione contro emarginazione) che sabato mattina si è visto perquisire la sua casa di Selargius e sequestrare telefono e computer.

«Sto prendendo questa vicenda – dice Pabis – con grande serenità. La mia posizione a sostegno di tutti popoli oppressi e dei curdi è chiara è nota ad almeno 20 anni. Si tratta di un teorema che ha lo scopo di diffamare la resistenza del popolo curdo che ha eroicamente prima respinto e poi sconfitto i terroristi dell’Isis talvolta con altri tra cui anche gli americani e talvolta in perfetta solitudine. Paradossalmente questo teorema ribalta i ruoli: i terroristi vengono dipinto come i resistenti e i liberatori come criminali». Pabis ha, infine, una domanda. «Perchè questa inchiesta – si chiede – arriva ora se è da anni che io dichiaro il mio sostegno anche al Pkk, la cui azione ritengo meritoria?»

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