La Nuova Sardegna

La denuncia

I veterinari sul campo contro la peste suina dimenticati dalla Regione

di Salvatore Santoni

	Veterinari impegnati nella bonifica di un focolaio di peste suina africana
Veterinari impegnati nella bonifica di un focolaio di peste suina africana

Sono 29 i professionisti ancora part-time dopo il lavoro di eradicazione dei focolai. Nel frattempo sono stati assunti nuovi dirigenti

25 marzo 2024
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Sassari Rispetto al resto del comparto sanitario sono una manciata: ventinove. Eppure, i medici specialisti veterinari incastrati in questa secca politico-burocratica rappresentano il segreto di successi come quello dell’eradicazione della peste suina. Per loro, però, nessuna medaglia. Anzi. Negli ultimi 15 anni hanno raccolto tante promesse, tutte mancate. Sono assunti a tempo indeterminato ma con orari da part-time e dal 2009 chiedono l’applicazione delle norme per raggiungere il full time. Il risultato? La Regione non ha mosso un dito e ha preferito assumere nuovi dirigenti veterinari. Non è la prima volta che questi specialisti protestano, l’ultimo grido d’aiuto in ordine di tempo lo hanno lanciato scrivendo al loro ordine professionale: «Questa vertenza è ormai datata nel tempo – spiega il presidente dell’Ordine dei veterinari di Sassari, Andrea Sarria –. I medici stanno rivendicando il riconoscimento del loro lavoro. Stiamo parlando di professionisti impiegati nell’eradicazione delle malattie e sui controlli degli allevamenti. Un successo tra tutti è quello della peste suina che, se non c’è più, è per merito loro. Sono colleghi che hanno molta esperienza, che conoscono i territori, gli allevamenti e gli allevatori. Sono un punto di riferimento nelle campagne sarde. Nonostante questo, anche davanti ai risultati, il loro lavoro non è stato ancora riconosciuto. Questa è un’ingiustizia che non può continuare».

La situazione dei 29 medici sardi è uguale a quella registrata in altre parti d’Italia. In Campania e Sicilia la situazione degli specialisti è stata risolta con un percorso condiviso con sindacati e servizi veterinari. In Sardegna, invece, niente da fare. E infatti, nella lettera inviata al presidente dell’ordine, gli specialisti sardi lamentano che i servizi sanitari e la Regione hanno sempre preferito gestire le emergenze sul territorio attivando contratti per dirigenti veterinari a tempo determinato, oppure con concorsi o stabilizzazioni. Nel frattempo nessuno si è preoccupato di “completare” il loro monte orario, anche se previsto da una norma nazionale, la 26/2006. Questa situazione ha lasciato la categoria in un part-time perpetuo. E poco importa se gli obbiettivi sanitari regionali sono stati raggiunti anche grazie a questo manipolo di professionisti. Per loro non c’è alcuna tutela. In questo momento, tra i ventinove ci sono dieci specialisti a 18 ore; altri nove a 23 ore, uno a 27 ore, sei a 20 ore e due a 36 ore. Dunque, oltre ad aver uno stipendio commisurato alle ore lavorate, avranno anche una pensione tarata su quel carico orario, e quindi molto risicata.

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