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Dinamo, Meo Sacchetti torna a Varese per una partita che non è mai banale

di Roberto Sanna
Meo Sacchetti
Meo Sacchetti

Da giocatore 230 presenze e oltre 3.000 punti segnati. Ancora lo rimpiangono e vorrebbero averlo in panchina

26 ottobre 2015
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SASSARI. Per lui non è mai una partita banale, del resto Meo Sacchetti a Varese è un’istituzione. E due volte l’anno il suo nome viene accostato alla panchina varesina: quando a Masnago, dove il passato è un peso opprimente, decidono di avviare l’ennesima rivoluzione e quando la Dinamo vive un passaggio a vuoto particolarmente difficile e anche il coach viene messo in discussione.

Del resto, dopo aver vinto tutto a Sassari e preso residenza ad Alghero, l’unico approdo alternativo non potrebbe che essere quello della sua squadra del cuore. Perché andare a Varese sarebbe soprattutto una questione di cuore, visto che Meo Sacchetti ha sempre subìto, e non lo ha mai nascosto, il fascino (poco discreto) dell’armata varesina e delle dieci finali di Coppa dei campioni disputate consecutivamente negli anni Settanta.

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Indossare quella maglia e metterci sopra i gradi di capitano per lui sono stati il coronamento di un sogno, l’apice di una carriera che lo ha visto protagonista con 230 presenze e 3.026 punti. Unico rammarico, non aver mai vinto quello che sarebbe stato lo scudetto della stella, che Varese si è cucita qualche anno dopo con la squadra di Recalcati e Pozzecco. Meo era anche arrivato in finale contro la Scavolini Pesaro, ma sul più bello un infortunio lo ha tolto di mezzo.

Il suo poster resta uno dei più venerati nei corridoi del palazzetto di Masnago, dove gli eroi del passato vengono venerati e rimpianti alla stessa maniera in questi anni difficili. Meo Sacchetti non li ha mai aiutati, da questo punto di vista: il suo bilancio nelle sfide da allenatore è 8-4, con alcuni momenti memorabili. Come la vittoria nel primo anno in Serie A, con Hunter subito fuori per falli. E l’ovazione tributata due stagioni fa a Drake Diener dopo una prova da grande pistolero.

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Insomma, i suoi amici varesini hanno poco da aspettarsi oggi, lunedì 26, se non grandi chiacchierate prima e dopo la partita. Due volte (dopo la promozione in Serie A e la scorsa primavera) il ritorno di Meo sembrava cosa fatta, due volte non se ne è fatto nulla. A guadagnarci sono stati lui, la Dinamo, i tifosi sassaresi, a Varese ancora aspettano. Il loro capitano per ora è il coach che a Sassari ha vinto tutto, la nostalgia in queste occasioni non vale.

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