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Disastro Dinamo a Bologna, adesso è veramente crisi

di Andrea Sini
Disastro Dinamo a Bologna, adesso è veramente crisi

I sassaresi cadono in casa della Virtus dopo un overtime e una prestazione sconcertante Bocciatura netta per Petway, Varnado ed Eyenga, ai gregari non riesce il miracolo

17 novembre 2015
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INVIATO A BOLOGNA. Dopo i corsi di recupero e gli esami di riparazione, è il giorno delle bocciature. Dalla ricerca del riscatto al baratro, il confine è sottile e la Dinamo ci scivola dentro con entrambi i piedi. I sassaresi perdono malamente all’Unipol Arena contro l’Obiettivo Lavoro Bologna, ultima in classifica, dopo un overtime (92-87) e piombano nella crisi peggiore degli ultimi anni.

La crisi. Con il presidente Sardara e il giemme Pasquini negli Usa, Meo Sacchetti prova per l’ennesima volta a dare fiducia a giocatori più discussi ma alla lunga la sentenza è chiara: respinti. Respinto Petway, impresentabile oltre ogni ragionevole dubbio; respinto Varnado, quasi privo di sentimenti e in piena involuzione; respinto Eyenga, che gioca una partita buona ogni due, quando va bene. Il coach sassarese ci prova per metà gara, poi è costretto a cambiare le carte in tavola, ma il tentativo di vincere la partita con i “fedelissimi” va a sbattere contro la voglia di riscatto della squadra di Valli. Che trova un successo insperato e in fondo meritato, contro una squadra sulla carta nettamente superiore ma di fatto completamente scollata e incosistente. Alla resa dei conti, e al netto delle giuste lamentele per un arbitraggio ancora una volta ondivago (45 tiri liberi per Bologna, 19 per il Banco), la Dinamo porta a casa una figuraccia indimenticabile al cospetto di una delle squadre più mediocri della serie A.

Le recriminazioni. Ce ne sono, eccome, ma forse è meglio che il coperchio sia saltato a metà novembre, quando si è ancora in tempo per rimediare. La Dinamo è stata a lungo in vantaggio (54-62 nel finale del terzo quarto) ma non ha mai avuto davvero il match in pugno. Soltanto Logan (33 punti) e Brian Sacchetti hanno fatto canestro con una certa contiuità, mentre la maggior parte delle presunte stelle rimuginava in panchina sui propri errori. A uccidere il match, respingendo una rimonta “da Dinamo” (da 89-80 a 89-87 nell’ultimo minuto) è stata una tripla sulla sirena dei 24” di Vitali, a pochi secondi dalla chiusura del match.

La partita. Le avvisaglie non sono state delle migliori: il quintetto costoso (definirlo forte, ormai, non è corretto), con Haynes, Logan, Eyenga, Petway e Varnado, ha si è presto sciolto sotto i colpidi Mazzola e Odom, capaci di piazzare un break di 13-2. Se non altro Logan è caldo e l’ingresso di Alexander sistema le cose (20-26 in avvio di secondo quarto). Si vive però di intuizioni personali e il gioco di squadra porta poco o nulla. La Virtus capisce che si può fare e rialza la testa. All’intervallo è 37-41, nel terzo quarto per tenere a galla la squadra serve tutta la verve di Brian Sacchetti e dopo il massimo vantaggio (+8) al 32’ è di nuovo parità: 67-67. Si va avanti punto a punto, con Sacchetti che continua a tenere fuori gli ectoplasmi e Bologna che risponde colpo su colpo. Arrivare all’overtime è già un mezzo miracolo, poi (con Pittman e Mazzola fuori da una parte e Alexander ed Eyanga dall’altra, la Virtus prende il largo. Dall’89-80 la Dinamo dà un ultimo colpo di coda, poi il dio del basket arma la mano di Vitali: tripla fragorosa e match chiuso. Ora per la Dinamo si apre un’altra partita. Si giocherà tutta fuori dal parquet.

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