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Sardara: «Sensazioni strane anche per me ma ora si va avanti»

di Andrea Sini
Sardara: «Sensazioni strane anche per me ma ora si va avanti»

Il presidente biancoblù: «Gli applausi a Meo Sacchetti? Vorrei che un giorno venisse a prenderli di persona»

24 novembre 2015
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SASSARI. Lo sforzo di apparire calmo, in una serata che di normale ha assai poco anche per lui. Stefano Sardara resetta tutto, nel suo stile, e si proietta in avanti. «C’è stata una scossa – dice a fine gara il presidente biancoblù – anche se è evidente che non abbiamo risolto i problemi: questa è solo una ripartenza, il resto verrà dopo. Però almeno ho visto i giocatori tirare fuori tutto quello che avevano, molti di loro sono andati in doppia cifra e abbiamo vinto bene. Ora il nuovo coach avrà tempo e modo di conoscere la squadra e di apportare le modifiche che riterrà opportune».

Diversi giocatori in discussione in effetti hanno battuto un colpo. Tranne Petway, che sembra ancora un pesce fuor d’acqua. La società pensa al mercato? «Ci pensiamo tutti i giorni – risponde Sardara – ma ora dobbiamo prima di tutto recuperare la serenità. E parlo della squadra e di tutto l’ambiente. Calvani come ho detto avrà tempo di conoscere meglio il gruppo e poi si deciderà con la massima tranquillità quali mosse adottare».

Impossibile non parlare dell’argomento del giorno, l’esonero di Meo Sacchetti. Ieri in tanti pensavano di trovare un palazzetto semideserto o, peggio, di assistere a una aperta contestazione da parte dei tifosi. «Ci sono state e ci sono polemiche, l’avevamo messo in conto. Mi fa piacere però che il pubblico sia stato vicino alla squadra e l’abbia sostenuta».

In tanti hanno invocato il nome del coach dello scudetto. «Ci mancherebbe, è giusto che gli sia stato tributato questo riconoscimento. Quando i tempi saranno maturi – dice Sardara – mi piacerebbe che venisse a una partita per prendersi di persona l’applauso che si merita».

Il clima, nel prepartita, è stato addirittura surreale. «È stato strano per tutti, è inutile negarlo – conclude il presidente biancoblù –. E anche per i giocatori non dev’essere stato facile, all’inizio l’imbarazzo si tagliava a fette. È normale, perché non abbiamo buttato via uno straccio vecchio, ma abbiamo chiuso un ciclo con un allenatore e un uomo che ha scritto pagine importanti della nostra storia. Posso soltanto immaginare cosa passava per la testa di Brian. E sono contento che abbia giocato una partita straordinaria. Ora però dobbiamo guardare avanti, per il bene della Dinamo».

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