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La Dinamo nel cuore, intervista con Travis Diener

di Andrea Sini
La Dinamo nel cuore, intervista con Travis Diener

Domenica a Cremona la sfida con la Vanoli Cremona di Meo Sacchetti e dei cugini Diener: «Che belli quegli anni»

03 novembre 2017
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SASSARI. Non lo considera un ritorno al passato, perché per lui la data segnata in rosso sul calendario è l’11 marzo, giorno del ritorno a Sassari. Ma domenica pomeriggio, quando si troverà per la prima volta di fronte le maglie biancoblù della Dinamo, Travis Diener per un attimo dovrà trattenere il fiato. Il play di Fond du Lac, in forza alla Vanoli Cremona, questo weekend sfida per la prima volta il suo passato.

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Che settimana sta vivendo?
«Abbastanza serena, davvero. Giocare contro la Dinamo sarà emozionante, ma in fondo saremo a Cremona e rispetto a quando c’ero io sono rimasti solo Jack Devecchi, Stefano (Sardara, ndr.), Federico (Pasquini) e alcuni dello staff. Quando verremo a Sassari sarà tutta un’altra cosa, sto già tremando all’idea».

In che senso?
«Sarà come tornare a casa, rivedrò luoghi e persone che io e la mia famiglia portiamo nel cuore. Sarà strano, perché siamo davvero legatissimi a Sassari, quei 4 anni sono qualcosa di speciale nella mia carriera da giocatore e nella vita mia e di mia moglie. Ecco, meglio non iniziare a parlarne così presto...».

Intanto domenica ci sarà un antipasto interessante
«Sarà una partita difficile, perché Sassari è una realtà importante del basket italiano, una squadra europea a tutti gli effetti con tanti giocatori forti e tantissime soluzioni. Noi faremo del nostro meglio per cercare di ottenere una vittoria importante».

Com’è stato tornare a giocare dopo 3 anni di inattività?
«Che sarebbe stato duro l’avevo messo in conto, riprendere il ritmo partita non è una cosa semplice. Quello che però ho scoperto tornando in questo campionato è che il livello della serie A è cresciuto rispetto a quando me ne sono andato».

Non sarà una scusa per giustificare il fatto che ancora non è tornato ai suoi livelli?
«Assolutamente no, anche perché sono ben conscio del fatto che il Travis di una volta non esiste più e che oggi sono un giocatore diverso. Però secondo me in serie A ci sono squadre più forti, basti pensare al valore della neopromossa Bologna. Il livello è decisamente alto, c’è tanto atletismo, e anche se fatico molto di più dico che è meglio così, perché quando questa esperienza sarà finita la ricorderò con ancora più piacere».

Quindi si diverte ancora a stare in campo?
«Certo, altrimenti non sarei qui. Mi sto godendo la fortuna di poter giocare ancora. Vorrei giocare meglio, non c’è dubbio, infatti i miei obiettivi sono restare in salute e cercare di migliorare ogni giorno, alla fine faremo i conti».

Domenica si troverà di fronte un giovane play sassarese, Marco Spissu.
«Lo ricordo bene quando era un ragazzino aggregato alla prima squadra. Che sarebbe diventato forte lo si capiva già, di sicuro in questi anni ha lavorato tanto. Credo che per la Dinamo sia importante avere in campo come protagonista un sassarese. Sarà divertente affrontarlo».

Com’è stato tornare a lavorare con Meo Sacchetti e suo cugino Drake?
«Meo è sempre lo stesso, forse è più comunicativo rispetto a prima con tutti i giocatori, anche gli stranieri. Io e Drake siamo entrambi giocatori diversi rispetto a qualche anno fa, ma il feeling è sempre quello».

 

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