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Champions, la Dinamo non può più sbagliare

di Andrea Sini
Polonara  a canestro contro Monaco
Polonara a canestro contro Monaco

Stasera alle 20,30 il match con la Juventus Utena: i sassaresi sono obbligati a vincere per provare a restare in corsa

23 gennaio 2018
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SASSARI. L’ultima spiaggia è battuta da venti sfavorevoli ma la sabbia va battuta tutta, palmo a palmo. La Dinamo prova a mettere le marce ridotte per prolungare il sogno qualificazione e soprattutto per riattaccare la spina. Stasera alle 20,30 al palazzetto arriva la Juventus Utena e per i sassaresi non c’è scelta: serve a tutti i costi una vittoria che chiuda la serie nera e lasci filtrare un raggio di luce nella porta, ormai quasi chiusa, dei playoff di Champions league. Il destino europeo però non è più soltanto nelle mani dei ragazzi di Federico Pasquini, che oggi potrebbero presentarsi sul parquet già con la certezza dell’eliminazione.

Roulette russa. Per passare il turno la Dinamo deve infatti vincere tutte e tre le gare che restano da giocare, a partire da quella di stasera, e sperare in un triplice passo falso del Pinar Karsiyaka: i turchi però oggi scendono in campo alle 18 con il Murcia in uno scontro diretto che può valere il secondo posto nel gruppo A, e una loro vittoria contro gli universitari spagnoli metterebbe definitivamente fuori dai giochi Bamforth e compagni. Un’eventualità tutt’altro che improbabile ma alla quale i sassaresi non devono minimamente pensare, anche perché in questo momento il peso specifico di una vittoria sarebbe altissimo e un successo potrebbe fare la differenza sia a medio che a lungo termine.

Solo la vittoria. Fuori dalla Final Eight di Coppa Italia, con un piede e mezzo fuori dalla Champions e sulla soglia della Fiba Europe Cup (la manifestazione alla quale “retrocedono” le quinte e seste classificate di ogni girone), la Dinamo ha assoluto bisogno di chiudere la serie nera che nell’ultimo mese è arrivata a 7 sconfitte in 8 partite. Anche oggi i biancoblù (in versione biancoverde da Coppa) dovranno fare a meno di Rok Stipcevic e di uno straniero, dato che il sostituto di Levi Randolph, tagliato dieci giorni fa dopo la gara di Pesaro, non è ancora stato individuato. Ma dopo due prestazioni decisamente deludenti, prima nelle Marche, poi a Montecarlo, al PalaDesio il Banco di Sardegna ha dato interessanti segnali di risveglio, che le hanno permesso di condurre la gara contro la Red October Cantù per quasi 40 minuti ma non di arrivare sotto lo striscione d’arrivo a braccia alzate.

Le insidie. Quella dell’andata per i sassaresi è stata una delle gare più controverse della prima parte di stagione: il 90-85 finale maturato in Lituania tra mille recriminazioni rappresenta infatti il primo passo falso arrivato al termine di un overtime: un finale amaro che si sarebbe poi verificato – sempre con enormi recriminazioni – anche contro Venezia, Avellino e appena tre giorni fa Cantù. «Affrontiamo una squadra che in campionato vince facile e ha avuto difficoltà solo con lo Zalgiris – spiega Federico Pasquini –. Domenica ha vinto bene in campionato e arriverà fresca e determinata a conquistare la vittoria. I principali terminali offensivi sono i due americani Ireland e Dendy che ci hanno fatto molto male all’andata. Oltre a queste due pedine possono contare sui giocatori lituani che danno fisicità e profondità al roster: è una squadra che gioca molto fisica con il 3, il 4 e il 5 molto grossi. Noi dovremo essere bravi a correre in contropiede quanto più possibile ed essere aggressivi fin dal primo possesso. Anche noi abbiamo i nostri obiettivi: passare al turno successivo, se dovessero incastrarsi alcuni risultati, oppure trovare il migliore piazzamento per gli eventuali sedicesimi di Fiba Cup, ai quali andremo senza vergognarci e con la voglia di fare bene. Lavoriamo dalla mattina alla sera – conclude il coach –, teniamo a ogni competizione che facciamo quindi non abbiamo niente di cui vergognarci. Il gruppo è unito e compatto».



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